La maggioranza delle notifiche valide deve essere controllata entro 24 ore dalla segnalazione. Questo uno degli obiettivi principali che intende perseguire il codice di condotta concordato dalla Commissione europea con Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft.
I tempi di verifica delle segnalazioni, infatti, non sempre sono adeguati, consentendo talvolta ai contenuti di odio di restare online a lungo nonostante contrari alle policy sottoscritte dagli stessi social network. Un primo passo nella giusta direzione, il quale però dovrà essere accompagnato da ulteriori progressi per far sì che vi sia un cambiamento: a rendere critica la situazione non sono solo le tempistiche con cui vengono analizzate le segnalazioni, ma anche l’esito che, come avevamo verificato ad aprile, non sempre corrisponde alla rimozione dei contenuti, seppure essi violino le politiche interne sui contenuti d’odio.
La gestione delle segnalazioni non è l’unica strada che sarà intrapresa dalle società che gestiscono i social: nella stessa direzione si muovono la volontà di rafforzare la promozione di forme narrative alternative e di programmi educativi per sradicare il fenomeno dei discorsi d’odio.
Un impegno, quindi, per contrastare attraverso diverse modalità l’hate speech che, afferma l’Unione, “definisce reato” in caso di “pubblico incitamento alla violenza o all’odio contro persone o gruppi di persone con riferimento a razza, colore, religione, discendenza nazionale o etnica”.
A rendere nota l’iniziativa Vera Jourova, commissaria europea per la Giustizia: «I recenti attacchi terroristici ci hanno ricordato l’urgenza di affrontare i messaggi illegali di odio. I social media purtroppo sono uno degli strumenti che i gruppi terroristici usano per radicalizzare i giovani ed i razzisti sfruttano per diffondere violenza e odio. Questo accordo è un importante passo avanti per garantire che internet resti un luogo di espressione democratica e libera, dove sono rispettati i valori europei».
L’accordo, inoltre, ribadisce il ruolo centrale della società civile: le società, infatti, intensificheranno la collaborazione con le organizzazioni che contribuiscono a segnalare i contenuti d’odio.
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