Il 3 ottobre, in occasione della prima Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, è caduto l’embargo sugli hotspot: una delegazione composta da sette giornalisti ha potuto visitare la struttura di Lampedusa per la prima volta da quando, nel 2015, è divenuta operativa come centro per l’identificazione e lo smistamento di migranti e rifugiati.
«È un fatto importante sia stata data questa autorizzazione ed è fondamentale si ripeta, sia in relazione agli hotspot che agli altri centri di accoglienza» sottolinea Vittorio Di Trapani, della Federazione nazionale della stampa italiana. «È necessario garantire ai cittadini il diritto di essere informati e sapere come sono trattati i migranti quando arrivano nel nostro paese. Perciò diventa importante consentire ai giornalisti di raccontare il sistema di accoglienza in Italia» aggiunge Di Trapani.
Dopo gli accordi stretti a luglio tra ministero dell’Interno, Fnsi e Associazione Carta di Roma questa prima visita apre la strada al pieno esercizio del diritto di cronaca, con lo scopo di garantire una corretta e completa informazione nell’interesse pubblico. Si tratta della prima autorizzazione ricevuta dalla stampa da quando i 4 hotspot italiani – Lampedusa, Pozzallo, Taranto, Trapani – sono attivi.
Nel ringraziare l’amministrazione e il prefetto Morcone per aver sostenuto l’ingresso dei giornalisti rileviamo con rammarico come non sia stato reso possibile l’ingresso di macchine fotografiche, videocamere e registratori.
«Siamo certi – dichiara il presidente dell’Associazione Carta di Roma Giovanni Maria Bellu – che saranno rapidamente superati gli ostacoli che hanno impedito l’accesso a fotografi e video-operatori. La possibilità di mostrare, oltre che raccontare, i luoghi e le persone è una delle condizioni necessarie per restituire ai lettori un’informazione completa».
Alla delegazione hanno preso parte Vittorio Di Trapani – Fnsi, Valerio Cataldi – Tg2, Angela Caponnetto, -RaiNews24, Raffaella Daino – SkyTg24, Giorgio Ruta – La Repubblica, Carolina Casa – TG1, Daniela De Robert – giornalista e componente del collegio del Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà.
«Siamo stati accompagnati dal prefetto e dal questore di Agrigento e nella struttura abbiamo constatato come siano ospitate circa 200 persone – spiega Valerio Cataldi – Le condizioni generali sono di degrado, basti pensare che i materassi sono senza lenzuola. Inoltre i tempi di attesa sono lunghi, talvolta mesi. Una donna sta aspettando da due mesi. Numerosi sono inoltre i minori non accompagnati, circa 30 di cui 5 sotto i dieci anni. C’è persino un bambino di sei mesi con la madre eritrea».
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A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
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