Giornalisti stranieri. Un parere del ministero della Giustizia a favore dell’affidamento della direzione di testate ai colleghi con passaporto estero
Da una ricerca del 2007 erano circa 500 i giornalisti con passaporto straniero e un centinaio le testate giornalistiche multiculturali. Era già dal 2005 però che i colleghi, che avevano dato vista alle prime testate in albanese – Bota Shqiptare, così come quelli che successivamente avevano collaborato con l’inserto de La Repubblica Metropoli, avevano sollevato all’Ordine dei Giornalisti la necessità di un accesso paritario alla professione, sia per l’iscrizione all’albo che per poter, una volta iscritti, diventare direttori di testate. La legge sulla stampa del 1948 e le successive modifiche richiedono la cittadinanza italiana oppure di uno dei Paesi Ue per registrare una testata giornalistica e anche per esserne proprietari. I giornali in cinese, in arabo o in albanese erano qundi costrette a chiedere a colleghi che magari niente capivano di quelle lingue, di assumere la direzione pur di registrarsi regolarmente. L’Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) rende oggi noto il parere del ministero di Grazia e Giustizia, sollecitato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, che considera abrogata la parte dell’articolo 3 della Legge sulla Stampa dove si parla della nazionalità, per incompatibilità con il decreto legislativo 286 del 1998, che disciplina l’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero.
«La risposta del ministero rappresenta una nostra vittoria importante – dice Paula Baudet Vivanco, segretaria nazionale di Ansi – ma ora è necessario che tutti i Tribunali applichino fino in fondo il parere. A partire dalle informazioni e dalla documentazione da dare ai giornalisti stranieri per la registrazione di giornali presso i Tribunali, che devono essere conformi alla circolare ministeriale. Per evitare che ad un altro collega venga impedito di esercitare in pieno la propria professione, come accaduto nel 2011 alla nostra socia Domenica Canchano».
Alla fine del 2011 era stato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, a sollecitare il parere del ministero di Giustizia sulla discriminazione contro i direttori responsabili di passaporto straniero presente nella Legge sulla Stampa, dopo che Ansi aveva ottenuto il parere favorevole dell’Unar. La richiesta si era basata sul caso della collega peruviana Domenica Canchano, iscritta all’Ordine dei giornalisti della Liguria, elenco pubblicisti, che non aveva potuto registrare una testata presso il Tribunale di Genova. Convinti dell’importanza del pronunciamento autorevole dell’Unar e sostenuti dall’Ordine dei giornalisti e dalla presidenza dell’Fnsi, Ansi si era anche rivolta all’allora ministra per l’Integrazione, Cecile Kyenge, che ne aveva preso atto nel suo schema di ddl contro le norme discriminatorie e al parlamentare Khalid Chaouki, che su richiesta di Ansi aveva contattato anche il sottosegretario all’Editoria.
Oggi il nuovo pronunciamento del ministero di Grazia e Giustizia sembra chiudere favorevolmente questa lunga battaglia di Ansi, ma, come ammonisce la presidente Viorica Nechifor: «Occorrerà vigilare che la norma venga attuata dai Tribunali e quindi sollecitiamo tutti i colleghi a contattarci in caso di ostacoli».
Anna Meli