Dopo i respingimenti coatti di “Come un uomo sulla terra” e “Mare Chiuso”, ZaLab racconta la storia di quelle famiglie separate dai provvedimenti di reclusione nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione.
«Immaginate che una delle persone più care con cui vivete – scrive ZaLab – venga improvvisamente prelavata dalla polizia e imprigionata lontano da casa, con il rischio di essere per sempre espulsa dall’Italia. Questo non per aver commesso un reato o un atto violento, ma solo per la mancanza di documenti in regola». “Limbo”, l’ultimo documentario di ZaLab porta sullo schermo l’esperienza e le voci di chi si trova in questa situazione. Alejandro, Bouchaib, Karim e Peter, rinchiusi nei Cie di Torino, Trapani e Roma, sono i protagonisti: tutti sospesi nel limbo dei centri di identificazione ed espulsione, in attesa di sapere se potranno tornare a casa, dalle loro famiglie, o se saranno costretti ad abbandonare l’Italia.
Ci è voluto quasi un anno di lavoro affinché gli autori, Matteo Calore e Gustav Hofer, riuscissero a raccogliere le storie e il materiale necessari all’interno dei Cie, tra le difficoltà d’accesso alle strutture e la resistenza dei migranti e delle loro famiglie.
«L’idea di raccontare questo punto di vista insolito – spiega ZaLab in una nota – è nata insieme ad Andrea Segre, che da anni produce documentari su questi temi, ed è stata accolta e sostenuta da due artisti a diverso titolo impegnati nella difesa dei diritti delle categorie più “fragili”, Erri de Luca e Valerio Mastrandrea, diventati produttori associati del film». Anche Open Society Foundations ha sostenuto la produzione di “Limbo”, che andrà in onda in anteprima assoluta su Rai3.
È “Doc 3” la finestra scelta per la programmazione di “Limbo”, che sarà trasmesso mercoledì 27 agosto alle 23.30.