In questi giorni di sbarchi continui, lettori e spettatori sono bombardati da notizie sul tema dell’immigrazione e mai come ora diventa importante fornire informazioni su ciò che sta avvenendo. Non basta il numero delle persone salvate dall’operazione Mare Nostrum, delle famiglie che alla stazione centrale di Milano attendono l’occasione per poter raggiungere l’Europa del nord, delle vittime del mare.
Riflette Alessandra Coppola in “L’emergenza di serie B”, pubblicato dal Corriere della Sera – edizione Milano – il 17 giugno: « […] C’è un’emergenza di cui si parla e si scrive quasi quotidianamente in città: le migliaia di siriani in fuga dalla guerra, di passaggio a Milano, alloggiati in strutture a loro dedicate, in convenzione con la prefettura, ormai mille posti letto. E poi c’è una crisi, che non è meno umanitaria, ma che si fa fatica ad affrontare. Per più di una ragiona. Innanzi tutto perché l’Eritrea, nonostante il nostro – strampalato e sanguinoso – passato coloniale, resta un posto lontano, poco conosciuto […]».
È vero. Il viaggio dei richiedenti asilo inizia al di là del mare, luogo astratto e indefinito per la maggior parte degli italiani.
I media troppo spesso si concentrano in maniera esclusiva su quello che accade “al di qua”. Si limitano a riportare la cronaca dei fatti che si verificano nelle “nostre” acque, nelle “nostre” città, dimenticando di raccontare ciò che avviene dall’altra parte del Mediterraneo. Ogni giorno leggiamo articoli sui richiedenti asilo minuziosi in alcuni dettagli: come arrivano, in quanti arrivano, dove arrivano. E da dove arrivano?
Cosa spinge donne e uomini a sfidare il mare, consapevoli di rischiare la propria vita e quella dei propri figli, pur di fuggire? O a intraprendere viaggi via terra che durano anni? Informazioni che rispondano a questo tipo di domanda possono, secondo Carta di Roma, cambiare radicalmente l’impatto della notizia sul lettore. Scrivere “siriano” o “eritreo” corrisponde a dare solo una fredda indicazione geografica. Spiegare da dove e da cosa un profugo scappa significa aiutare il lettore a non dimenticare la distinzione tra richiedente asilo o rifugiato e migrante economico.
Siamo sempre aggiornati sull’evoluzione della presenza di profughi siriani in Italia, ma della situazione del loro paese le testate hanno smesso di parlare da un bel po’. Solo poche e incostanti notizie. Intorno alle coste libiche il silenzio è ancora più pesante. Si fa quasi assoluto quando si tratta di altri paesi africani: l’Eritrea come la Somalia o il Mali, per citarne alcuni.
Più spazio e attenzione alle pagine e alle cronache dall’estero o anche qualche semplice scheda, che affianchi la notizia degli sbarchi per ricordare il contesto dei paesi di provenienza consegnerebbe al lettore o al telespettatore una chiave d’interpretazione più completa.
L’articolo di Alessandra Coppola: L’emergenza di serie B_di Alessandra Coppola
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