Quale e quanta Africa vediamo attraverso i media italiani? La risposta la dà il rapporto “L’Africa MEDIAta” di Amref Health Africa-Italia. La ricerca – relativa a tv, stampa, social e fiction, nel primo semestre 2019 – è stata condotta da Osservatorio di Pavia. Presentata a Roma il 23 ottobre, alla vigilia della Giornata mondiale dell’informazione sullo sviluppo – World Development Information Day – istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu (24 ottobre). Massimo Bernardini, giornalista e conduttore di Tv Talk (Rai3), che ha curato la nota di introduzione, parla della ricerca come di “un meraviglioso strumento di correzione e ripensamento per noi comunicatori conformisti”.
La ricerca – presentata a Roma, presso Binario F – si è concentrata su 30 episodi di serie televisive, 65 programmi di informazione di 7 reti generaliste, 80mila notizie monitorate sui telegiornali di 9 reti televisive, 8mila notizie analizzate su 6 quotidiani nazionali, 21,6 mila post Facebook e 54mila tweet di 8 testate giornalistiche.
Nei primi sei mesi del 2019 l’Africa nei media italiani risulta quantitativamente poco presente. Nei telegiornali delle nove reti prese in esame, in prima serata, la copertura dell’Africa raggiunge il 2,4%. Ampliando lo sguardo all’Africa e agli africani in Italia (l’Africa “qui”), il dato cresce sensibilmente: al 2,4% di notizie sull’Africa “là” si aggiunge un 10% di notizie sull’Africa in Italia. Escludendo il tema immigrazione, l’Africa rimane poco visibile nei media.
Nelle prime pagine dei quotidiani l’Africa appare con 22 titoli al mese. Più di 8 articoli su 10 riguardano eventi e protagonisti di flussi migratori e fatti di cronaca (l’Africa in Italia). Tra i 2290 riferimenti all’Africa, nei programmi di informazione, il 76% è riconducibile all’Africa in Italia, il 24% all’Africa “là”. Prevalgono le news su Nord Africa e il “primato libico“. Quasi la metà (44%) delle 538 notizie sul continente africano, nei 65 programmi di informazione e infotainment analizzati, si riferisce alla Libia. Il conflitto nel Paese nordafricano, unito al tragico incidente aereo in Etiopia, porta tra marzo e aprile a un picco di visibilità dell’Africa nei tg. L’Africa “là” nei tg compare: 100 volte a gennaio, 30 a febbraio, 167 a marzo (tragedia Etiopia e ricordo Alpi-Hrovatin) e 259 in aprile.
Gli ingredienti più usati dai generi televisivi nella narrazione dell’Africa sono essenzialmente l’afropessimismo nelle rubriche informative, il folklore esotico nei documentari naturalistici e l’eurocentrismo e il distacco nei talk show. A parlare di Africa sono rappresentanti politici e istituzionali italiani. Nei programmi tv il tema al primo posto è guerra/conflitti (29%), seguono diritti umani, questioni di genere, rapimenti (19%) e ambiente, cultura, turismo al 17%.
Lo spaccato sulla fiction, negli episodi (30) che hanno rappresentato l’Africa e gli africani, vede su 304 personaggi analizzati, una prevalenza di quelli occidentali (72%). Gli africani sono più di rado tra i protagonisti, con un minore approfondimento psicologico. Anche il “livello culturale” appare decisamente più elevato per i personaggi occidentali: il 26% di occidentali sono quadri e appartenenti a professioni intellettuali superiori, gli africani il 17,4%. Nella figura di operai: 0,5% occidentali e 5,8% africani. I temi maggiormente trattati sono razzismo (37%), inclusione (33%) diritti umani (30%), migrazione (23%).
Sui social l’indagine si è concentrata nei mesi di maggio e giugno, sulle pagine pubbliche di Facebook e Twitter delle principali testate giornalistiche. Sui 21.610 post/articoli osservati su Facebook, l’1,4% si concentra sull’Africa, mentre il 4,1% su immigrazione. Mentre le percentuali di twitter sono: 0,9% e 2,9% (su oltre 54 mila tweet analizzati). Sui social, l’Africa desta scarso interesse, che si capovolge quando l’utente percepisce delle conseguenze “a casa nostra”.
«Esiste uno spazio per stringere un patto di lealtà con gli organi di informazione ed intrattenimento, per restituire all’Africa una narrazione libera da cliché e pregiudizi?» domanda Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa in Italia. «Se, come un incrocio di analisi dimostra, il clima di diffidenza nei confronti delle ong ha visto una diminuzione nei tg della voce volontariato, non profit e solidarietà, relativa alle attività e agli interventi umanitari. É ora di iniettare nuove dosi di fiducia. Lo si può fare raccontando, per esempio, anche le opportunità che l’Africa può offrire. Oppure, come il report ricorda, anche prendere spunto dai consigli redatti da Amref e Carta di Roma, nel Decalogo per una corretta informazione sull’Africa». Conclude Micucci: «Non aiutateci per carità è il nostro claim. Vogliamo rivolgerlo oggi non solo ai donatori, ma anche ai media. Non aiutarci per carità significa aiutarci a restituire un’immagine dell’Africa che non sia solo migrazione, solo dramma. Spingere quel 2,4% di racconto “dell’Africa là” un po’ oltre, per avvicinare ciò che è solo a pochi chilometri da noi, dall’altra parte del mare. Quel continente che in fondo – noi di Amref sappiamo e crediamo – molti italiani amano».
L’evento di presentazione si è svolto mercoledì 23 ottobre, a Roma, negli spazi di Binario F in via Marsala 29H, moderato da Massimo Bernardini, giornalista e conduttore di Tv Talk, e vi hanno preso parte: Paola Barretta – Osservatorio di Pavia; Lucia Duraccio – Caporedattore Esteri Tg1; Esther Elisha – Attrice; Sonny Olumati – attivista; Giuseppina Paterniti – Direttore Tg3; Laura Pertici – Caporedattrice centrale la Repubblica; Eddie Settembrini – Autore Lercio, Marco Tarquinio – Direttore Avvenire; Luca Vendruscolo – Autore Boris.
Per scaricare il report clicca qui
Piera Francesca Mastantuono
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