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L’Autorità diffida il conduttore di destra: “Basta parole di odio alla radio”

Per la prima volta, il garante per le comunicazioni applica il suo Regolamento che combatte le parole di odio nei mezzi d’informazione

di Repubblica.it

“Quando entri in casa mia, hai messo in pericolo la mia vita, io ti sparo: il ragazzo albanese non è stato accoppato, purtroppo”. “Colpisci anche un po’ a tradimento, non inviti il nigeriano alla box, lo colpisci in pieno con un cazzotto, ma preso bene in faccia in modo che il tizio nigeriano non si rialzi almeno per mezz’ora”. “Un boom di immigrati omosessuali iscritti all’Arcigay per ottenere lo status di rifugiato”.

Le espressioni che il conduttore Luca Casciani ha utilizzato durante la sua trasmissione “Giorno per giorno… cor veleno”, sull’emittente radiofonica romana RTR99 – il 7, 14 e 25 giugno 2019 – non sono sfuggite all’Autorità per le Comunicazioni, che le ha formalmente contestate il 15 luglio.

Ed ora l’Autorità, per la prima volta, applica ai danni della società “esercente la radio” (l’editore, diciamo) il suo Regolamento contro le parole di odio nei mezzi d’informazione. Regolamento voluto in particolare dal commissario dell’Autorità, Antonio Nicita. Il conduttore – molto popolare nelle periferie della Capitale e negli ambienti della destra – viene investito di riflesso dall’azione dell’Autorità.

La diffida dell’Autorità è indirizzata dunque a una società (una srl) “esercente l’emittente RTR99”. È la radio che ospita il programma “Giorno per giorno… cor veleno”. Le motivazioni dell’Autorità sono chiare. Le espressioni che caratterizzano il programma – contesta – “sono suscettibili di diffondere o fomentare l’odio e la discriminazione, e istigare alla violenza nei confronti di un determinato insieme di persone attraverso stereotipi relativi a caratteristiche di gruppo, etniche, di provenienza territoriale”.

Nella sua difesa, sempre il 22 luglio 2019, la società “esercente l’emittente” ha spiegato che:
– la trasmissione si prefigge l’obiettivo di provocare e di suscitare un “acceso dibattito e uno spirito critico verso gli avvenimenti di cronaca e di politica”;
– il conduttore utilizza “sovente toni sprezzanti e un linguaggio satirico e sarcastico, il cui unico fine è portare l’ascoltatore a formarsi un proprio personale convincimento”;
– “è la dialettica della provocazione la ragione stessa dell’esistenza di tale trasmissione”;
– i contenuti estrapolati dall’Autorità “potrebbero indurre a ritenere il programma foriero di fomentare l’odio e la discriminazione”;
– “tuttavia occorre contestualizzare quanto detto dal conduttore all’interno della più ampia trattazione di fatti di cronaca che suscitano allarme sociale”.

Alla fine la società condivide i “principi affermati nel Regolamento” contro le parole di odio e “si impegna ad una maggiore attenzione”, viste le “recentissime disposizioni” a tutela dei “diritti fondamentali della persona”.

Ma l’Autorità non considera sufficiente questo impegno alla vigilanza. Firma la diffida e avverte che – in caso di nuove violazioni del Regolamento, se le parole di odio torneranno – scatterà una sanzione compresa tra il 2 e il 5 per cento del fatturato della società. Contro questa diffida, la società potrà presentare ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notifica.

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