di Carlo Ciavoni su La Repubblica
Nel corso di “Prima Pagina”, la trasmissione quotidiana di Radio 3 dedicata alla lettura e ai commenti sui giornali, una ascoltatrice ha ricordato alla collega de La Stampa, Francesca Paci, questa settimana alla conduzione del programma, che esiste ancora un articolo della legge n. 94 del 2009 (il famigerato “pacchetto sicurezza”) che all’art. 6 del Testo Unico sull’Immigrazione impedisce di fatto la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari, cioè senza permesso di soggiorno. Un ostacolo che danneggia e pregiudica il futuro da cittadini dei neonati, privi di certificato di nascita solo perché figli di migranti irregolari. “Non costerebbe nulla cancellare o modificare quell’articolo”, ha sottolineato l’ascoltatrice, sarebbe una semplice correzione, senza nessun impegno finanziario da parte dello Stato. Basterebbe solo la sempre evocata “volontà politica”, finora mai dimostrata dai sette esecutivi che si sono succeduti dal 2009 ad oggi: rispettivamente i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, i due governi Conte e quello attuale di Mario Draghi.
La possibile scelta dell’inesistenza. Le legge che vieta il certificato di nascita ai bambini di genitori senza permesso di soggiorno – è stato ricordato durante la conversazione tra l’ascoltatrice e Francesca Paci – contiene anche l’intento di far uscire allo scoperto gli immigrati irregolari, nel momento in cui vanno ad ufficializzare la nascita di un figlio. L’alternativa tragica – praticata chissà da quante persone – è invece quella di non registrare il neonato e sancire così la sua inesistenza come cittadino. Esiste una proposta di legge per reintrodurre esplicitamente gli atti di stato civile tra quelli per i quali non è necessaria l’esibizione dei documenti di soggiorno. L’ASGI – l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione – assieme ad altre organizzazioni, ha avviato una campagna per chiarire che l’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno non venga applicato alla dichiarazione di nascita e al riconoscimento del figlio naturale, in quanto tra le possibili interpretazioni della legge, questa era ritenuta la sola conforme alla Costituzione e agli obblighi internazionali. Dunque è ormai da tempo – sebbene non se ne parli spesso – che diverse Associazioni per la tutela dei minori, assieme ad alcuni rappresentanti politici, richiedono una modifica legislativa per chiarire in modo definitivo i dubbi.
L’urgenza di imporre modifiche alla legge. Del resto, i principi Costituzionali evocati si riscontrano anche nell’ultimo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione Onu sull’infanzia e l’adolescenza, oltre che suoi Protocolli Opzionali il Gruppo CRC, il network composto da più di 100 soggetti del Terzo Settore che da anni si occupano della promozione e la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, coordinato da Save the Children Italia. Si ribadisce, insomma, l’urgenza di imporre modifiche normative per assicurare la sicura registrazione anagrafica per i minori stranieri figli di cittadini presenti irregolarmente.
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