È stata presentata a Roma la 31 edizione del rapporto Immigrazione, a cura di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. “Costruire il futuro con i migranti” è il tema scelto quest’anno, ripreso dal focus indicato da Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022.
«Il mondo intero deve oggi affrontare il tema dei migranti, perché è un mondo in trasformazione rapidissima e violentissima. La capacità di un Paese e di una comunità di accogliere i migranti non solo è base della democrazia ma elemento stesso con cui si costruisce la pace», ha affermato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in un videomessaggio inviato alla presentazione del Rapporto Immigrazione.
Cresce la mobilità internazionale, ma crescono anche le situazioni di vulnerabilità: nel 2021, il numero di migranti internazionali è stimato a 281 milioni (3,6 della popolazione mondiale), a fronte dei 272 milioni del 2019. Allo stesso tempo, è aumentato notevolmente il numero di migranti forzati – che per la prima volta nella storia ha superato la soglia di 100 milioni – e il numero di persone a grave rischio alimentare. Questi i dati generali sul contesto internazionale rilevati dal report.
L’attuale edizione del Rapporto Immigrazione, la prima post-pandemia, ha evidenziato come siano lenti sia i segnali di ripresa che quelli di criticità e fatiche dei cittadini italiani e stranieri. Guardando il contesto italiano, quest’anno è aumentato il numero di cittadini stranieri regolarmente residenti, che al 1° gennaio 2022 è di 5.193.669 persone.
Le prime cinque regioni di residenza sono la Lombardia, seguita da Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, mentre, guardando le nazionalità, fra i residenti prevalgono i rumeni (il 20,8% del totale), seguiti da albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%). Un dato preoccupante è l’aumento del numero di minori stranieri non accompagnati (14.025 nell’aprile 2022), sicuramente per effetto della guerra in Ucraina.
«Questo rapporto segnala profondamente non tanto dei numeri, non solo – sottolinea Monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes e Arcivescovo di Ferrara-Comacchio – numeri che sono in crescita per la prima volta dopo il calo numerico degli ultimi tre anni. Segnala soprattutto come il mondo dell’immigrazione stia diventando strutturale alla vita del nostro Paese, nel mondo del lavoro, della scuola e della famiglia». L’arcivescovo ha evidenziato poi che «il rapporto segnala anche delle storie, proprio perché si vuole uscire dai numeri, per far capire come dietro i numeri ci sono dei volti e delle storie di radicamento, di nascita, di lavoro, di impresa femminile nel nostro Paese».
Il lavoro, inoltre, mette in luce come l’accoglienza sia tornata ad essere una tematica di rilievo nel racconto mediatico della mobilità, prima con la riconquista talebana del potere in Afghanistan e poi con la guerra in Ucraina. Si evidenza la necessità di superare la narrazione dell’emergenza e l’“elemento della paura” che a volte si cela dietro il dibattito sul fenomeno migratorio. Questo “va superato dentro un atteggiamento non solo di comprensione ma di opportunità” ribadisce mons. Giuseppe Baturi – arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana. “Dobbiamo comprendere che la capacità nostra di creare un futuro nuovo, capace di resistere alle intemperie delle emergenze, implica l’inclusione, l’incontro con quanti spostandosi portano un pezzo di mondo con sé”, afferma mons. Baturi.
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Piera Francesca Mastantuono
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