Presentazione del rapporto annuale del Centro Astalli che descrive un anno, il 2019, al fianco di rifugiati e richiedenti asilo, con dati e statistiche sui servizi offerti alle 20.000 persone incontrate
Il rapporto mostra come le politiche migratorie, restrittive, di chiusura – se non addirittura discriminatorie – che hanno caratterizzato l’ultimo anno, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità, rendendo l’intera società più vulnerabile.
I dati presentati dimostrano quanto oggi sia alto il prezzo da pagare in termini di sicurezza sociale per non aver investito in protezione, accoglienza e integrazione dei migranti.
La vera emergenza non sono gli arrivi ma la precarietà dei migranti forzati.In tutti i servizi del Centro Astalli si sono fatti sentire gli effetti dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza. L’abolizione della protezione umanitaria, il complicarsi delle procedure per l’ottenimento di una residenza e dei diritti che ne derivano, e più in generale il moltiplicarsi di oneri burocratici a tutti i livelli, escludono un numero crescente di migranti forzati dai circuiti dell’accoglienza e dai servizi territoriali.
Preoccupano ogni giorno i troppi migranti che non arrivano. Nel 2019 solo 11.471 migranti sono approdati in Italia (facendo registrare un calo di oltre il 50% rispetto al 2018 e del 90% in relazione al 2017).
Abbiamo più volte denunciato, anche con le organizzazioni del Tavolo Nazionale Asilo, che la diminuzione degli arrivi è soprattutto legata all’incremento delle operazioni della Guardia costiera libica: nell’ultimo
anno 8.406 persone intercettate nel Mediterraneo sono state riportate in Libia e lì detenute in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili.
Circa il 35% dei pazienti che si sono rivolti al SaMiFo sono risultati vittime di tortura o maltrattamenti, di tratta, di mutilazioni genitali femminili e portatori di disturbi post-traumatici. Nell’ascolto delle storie personali è emersa in maniera drammatica la rappresentazione dei centri di detenzione libici: luoghi fortemente traumatizzanti, dove torture e violenze di ogni tipo vengono esercitate quotidianamente su uomini e donne inermi, lasciando profonde ferite nei corpi e nelle menti. Per questo il Centro Astalli è tra i promotori della campagna nazionale Io accolgo, che ha l’obiettivo di farsi voce di quella ampia parte di società civile che non accetta che il Mediterraneo sia un cimitero e l’Italia sia responsabile del respingimento e della morte di migliaia di migranti.
Nel 2019 è aumentato il numero di accessi al centro d’ascolto di Roma (+29%), soprattutto da parte di persone che, con l’abolizione della protezione umanitaria, si sono trovate all’improvviso nella condizione di
poter perdere il permesso di soggiorno. Rispetto all’anno scorso gli utenti che si sono rivolti al servizio sprovvisti di documenti validi sono notevolmente aumentati (+79%). Agli effetti dei decreti sicurezza si sono aggiunte le complicazioni dovute alle disposizioni della Questura, che non riconosce più come residenza valida l’indirizzo fittizio né per i richiedenti asilo né per i titolari di protezione umanitaria, che si ritrovano così sprovvisti di un requisito fondamentale per convertire il permesso di soggiorno in motivi di lavoro. Circa i due terzi delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio nel 2019 non risulta iscritta al Servizio Sanitario Nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di migranti che vivono in Italia da tempo, ma che per difficoltà relative alla residenza o al titolo di soggiorno non sono riuscite ad accedere, o hanno perso l’accesso, all’assistenza sanitaria pubblica.
Anche la trasformazione radicale che ha riguardato il sistema di accoglienza in Italia, ha inferto un duro colpo a quell’accoglienza diffusa che ha caratterizzato negli ultimi anni l’impegno di molte realtà a servizio dei migranti forzati. Il cambiamento principale ha riguardato la possibilità di accesso al sistema stesso: sono esclusi infatti dall’accoglienza Siproimi (es Sprar) i richiedenti asilo e i titolari di permesso per motivi umanitari.
La riduzione dei servizi sociali nei centri accoglienza straordinaria (Cas), ha reso più difficoltosa l’emersione e la cura tempestiva delle vulnerabilità.
I progetti realizzati dal Centro Astalli sono stati in buona parte centrati sul potenziamento dei servizi e delle attività finalizzate all’inclusione sociale, con un’attenzione particolare per i migranti forzati che si trovano in condizione di particolare vulnerabilità: analfabeti, transitanti, neomaggiorenni, richiedenti asilo e rifugiati con gravi problematiche di salute fisica e mentale. Le azioni progettuali si sono concentrate su una
duplice direttrice: promuovere una società più inclusiva attraverso la prevenzione e il contrasto delle forme di discriminazione e favorire occasioni per uno scambio alla pari tra cittadini e migranti forzati per
una reale integrazione partecipata e sostenibile.
Nei progetti di sensibilizzazione del Centro Astalli in circa 200 istituti scolastici in 15 città italiane sono stati coinvolti 25.679 studenti. Un numero che incoraggia e motiva nella costruzione di comunità in cui giovani italiani e migranti siano protagonisti insieme.
Per ulteriori informazioni sul rapporto del Centro Astalli clicca qui
Piera Francesca Mastantuono