Un racconto che “ci porta a contatto fisico con la tragedia dell’immigrazione e con le sue vittime”: così il “Premio Franco Giustolisi giustizia e verità” descrive il testo vincitore della seconda edizione.
In “Noi pompieri del barcone dell’orrore”, pubblicato da Panorama, Luca Cari giornalista responsabile della comunicazione dei Vigili del fuoco, ripercorre gli attimi e le sensazioni vissute durante l’operazione di recupero dei corpi a bordo dell’imbarcazione naufragata la notte del 18 aprile 2015. Secondo le stime basate sulle testimonianze dei superstiti nella nave erano stipate tra le 700 e le 900 persone. Solo 28 sono sopravvissute. All’interno dello scafo hanno atteso per oltre un anno 217 corpi, estratti infine lo scorso luglio.
“La lunga esperienza di Cari nel corpo dei Vigili del Fuoco – scrive il premio Giustolisi – gli permette una testimonianza diretta, interdetta per ragioni di sicurezza a qualunque altro giornalista. Ma Cari è un giornalista vero e trasforma in notizia la tragedia e rende realtà la crudezza delle immagini“.
Li hanno ficcati dappertutto per l’ultima traversata, ammassati come sui treni verso Auschwitz. A contare vivi e morti, adesso che è possibile, stavano in cinque per ogni metro quadrato di barca
Luca Cari descrive con crudezza lo spettacolo di morte che si è mostrato ai suoi occhi quando, a due giorni dall’arrivo dello scafo sul pontile, è stato aperto il primo varco verso l’interno: “Ricordo che l’anima mi è stata spolpata a morsi. Davanti a centinaia di corpi scheletriti, saponificati, sciolti, davanti a quei corpi mutilati m’è tornato in mente Se questo è un uomo, mi sono tornate in mente le parole di Claudio Magris per il quale le opere di Primo Levi ce le troveremo di fronte al momento del Giudizio Universale”. E ricorda quanto, nel mezzo della crisi umanitaria che spinge migranti e rifugiati a rischiare la vita per raggiungere l’Europa, sia importante raccontare ciò di cui si è testimoni: “È un dovere per noi raccontare, come quello d’essere andati a riprenderli quei corpi. Perché nel silenzio della notte tutti possano avvertire il gelo della nebbia che porta le grida e addenta le gole. Solo allora la fine miserevole di quelle centinaia di esseri umani potrà avere giustizia, solo allora, forse, il mondo si deciderà a fermare l’Olocausto”.
Il riconoscimento è intitolato allo storico giornalista dell’Espresso, Franco Giustolisi, scomparso due anni fa. Il suo “L’armadio della vergogna” ispira ancora oggi il dibattito sulle stragi nazi-fasciste. La giuria che assegna il premio è presieduta da Roberto Martinelli. Ne fanno parte: Daniele Biacchessi, Livia Giustolisi, Bruno Manfellotto, Marcello Masi, Enrico Mentana, Francesca Paggio, Virginia Piccolillo, Marcello Sorgi, Luigi Vicinanza e Lucia Visca.
Sarà lo stesso Pietro Grasso a consegnare il premio “Giustizia e verità” a Luca Cari il 19 novembre a Marzabotto, presso la Casa della Cultura e della Memoria.
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