È stato condannato alla detenzione a vita, al termine di 7 giorni di processo, Thomas Mair, l’uomo responsabile dell’omicidio della politica britannica Jo Cox.
La donna, alla quale la Camera dei Deputati italiana ha intitolato la Commissione sui fenomeni d’odio, è stata uccisa il 16 giugno scorso, durante la campagna per il referendum che ha portato a Brexit, da tre colpi di arma da fuoco e quindici coltellate. Mair, attaccandola, ripeteva: “This is for Britain”, “Keep Britain independent”, “Britain first” (“Questo è per la Gran Bretagna”, “La Gran Bretagna deve restare indipendente”, “La Gran Bretagna prima”).
Il giudice Alan Wilkie ha affermato, rivolgendosi a Mair: “È evidente dalle sue ricerche online che la sua ispirazione non è l’amore per il paese o per i suoi concittadini, ma un’ammirazione per i nazisti e per simili convinzioni anti-democratiche sulla supremazia dei bianchi. La generazione dei nostri generatori ha compiuto enormi sacrifici per sconfiggere quelle idee e quei valori, durante la seconda Guerra mondiale. Ciò che ha fatto tradisce quei sacrifici”. La polizia, infatti, ha trovato nella libreria dell’omicida diversi esempi di letteratura di estrema destra e di ispirazione nazista, mentre dall’uso fatto di internet sono emerse le sue ricerche sul partito nazionalista inglese, come sul Ku Klux Klan.
Il 53enne Mair non ha ammesso né negato il crimine commesso, assistendo passivamente al processo, ma diversi testimoni e le riprese di una telecamera a circuito chiuso hanno consentito di ricostruire con esattezza quanto avvenuto il 16 giugno.
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