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La cura delle parole: un antidoto all’odio e alle discriminazioni

di Paola Barretta

L’anteprima del Rapporto 2024 “Sono solo parole” – rapporto realizzato dal gruppo “Occhio a media” di analisi e monitoraggio della stampa locale sul tema delle migrazioni e delle discriminazioni – conferma una tendenza emersa sia a livello europeo sia a livello nazionale – e locale – italiano.

A Ferrara nella stampa locale, su 10 notizie relative alle migrazioni 7 si riferiscono a fatti di criminalità e di (in)sicurezza. “La stampa locale della città, si legge nell’anteprima del rapporto, enfatizza costantemente, giorno dopo giorno, anno dopo anno, il legame tra nazionalità e criminalità, indicando la provenienza nazionale del presunto criminale quando, quasi sempre, questa non ha nulla a che fare con il reato commesso.

Il che non significa sostenere che la nazionalità non sia un elemento rilevante, in alcuni casi, per la comprensione della notizia ma che non lo sia sempre e soprattutto che non possa costituire una generalizzazione di comportamento deviante a un’intera comunità. Così come non si nega la rilevanza delle questioni della marginalità e della devianza – riferite a persone italiane e straniere – che nella maggior parte dei casi chiedono interventi territoriali specifici di politiche pubbliche.

“Sono domande che si pongono con grande urgenza in questi giorni anche in Inghilterra dopo i terrificanti omicidi di Southport dove, sulla base di informazioni del tutto false diffuse dai social media – secondo cui il presunto assassino sarebbe un fanatico islamico da poco arrivato nel paese su un barcone di profughi – una folla incitata da estremisti di destra ha tentato di attaccare la moschea locale”, proseguono le autrici e gli autori del rapporto. Un caso in cui i la misinformazione si è propagata sui social e i media mainstream hanno svolto un lavoro di verifica dei fatti, precisano che il presunto assassino era nato nel Regno Unito e che non aveva nulla a che fare con l’Islam.

La correttezza dell’informazione e l’applicazione delle regole deontologiche della Carta di Roma non ha nulla a che fare con la tutela degli persone migranti e rifugiate ma, come ha scritto Giovanni Maria Bellu, giornalista e scrittore, “sono la specificazione della regola fondamentale della professione, quella che impone alle giornaliste e ai giornalisti di restituire ai loro lettori e ai loro ascoltatori la verità sostanziale dei fatti”.

Qui il link al rapporto

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