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“La memoria degli oggetti, Lampedusa 3 ottobre 2013”: Fabio Fazio e Liliana Segre ne parlano a Che tempo che fa

“La memoria degli oggetti, Lampedusa, 3 ottobre 2013”. Dieci anni fa persero la vita in mare 368 persone. Donne, uomini e bambini che dall’Eritrea cercavano di raggiungere l’Europa. Prodotta da 8 per mille Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è un progetto di , ideato e curato da Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Adal Neguse e Giulia Tornari, con le fotografie di Karim El Maktafi. Oggetti, fotografie inedite e testimonianze per dare dignità e valore alla vita in una mostra condivisa. L’inaugurazione si è tenuta il 26 settembre a Milano presso il Memoriale della Shoah a Milano e sarà aperta fino al 31 ottobre. Ne parlano Fabio Fazio e Liliana Segre nella prima puntata della nuova stagione di Che tempo a Fa.

“Parliamo con disinvoltura di paura, di sostituzione etnica, quando invece al cospetto di quanto è accaduto, dovremmo moderare le parole perchè c’è un’aggressività nelle parole che precede un’aggressività reale”, così Fabio Fazio introduce il tema della memoria e dell’importanza degli oggetti appartenuti ai naufraghi di Lampedusa. “Chi ha provato in prima persona a lasciare la casa e ha lasciato gli oggetti di tutti i giorni e non vederla mai più, comprende e si ricorda com’era fatta, e gli oggetti di Lampedusa hanno una voce fortissima che grida, perchè chi li ha lasciati, ha lasciato un mondo, il suo mondo per cercare la libertà, un lavoro, una situazione che lo aiutasse a vivere”.

“Nella topografia della memoria i luoghi contano, e raccontano le storie delle persone che li hanno attraversati o che vi sono morte, da Hiroshima al Ground Zero o alle Fosse Ardeatine. Tra i tanti modi di dimenticare, invece, c’è il tacere, il cancellare e – peggio ancora – il negare”, scrive Milena Santerini, Vice-Presidente Memoriale della Shoah.

Per cercare di togliere dall’oblio bambini, donne e uomini che sono annegati nel Mediterraneo, si può ricordare i loro nomi, e conservare i pochi oggetti che ci sono pervenuti, promuovendone la conoscenza e la condivisione.

Paola Barretta

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