di Valerio Cataldi per Articolo21
Ero a bordo di una nave militare e circolava la voce di quattro marinai che avevano contratto la tubercolosi. Era il 2015, una delle navi impegnate nell’operazione Mare nostrum. Quei quattro marinai con la tbc furono al centro di una polemica politica feroce contro quelli che il forzista Gasparri già all’epoca definiva “taxi del mare”, ben prima di Di Maio. A bordo mi spiegarono che quella polemica non aveva alcun senso perché quei 4 marinai erano risultati positivi nei test preparatori all’imbarco. Avevano contratto la tbc a terra, prima di imbarcarsi sulla nave, prima di entrare in contatto con i naufraghi del Mediterraneo. Quell’episodio mi torna in mente oggi, di fronte ad una polemica identica, promossa da politici che utilizzano la paura allo stesso modo.
La menzogna era ed è rimasta lo strumento centrale della propaganda antimigranti. Non consente alcuno spazio alle parole degli esperti che vengono derisi e sbeffeggiati se parlano della povertà tutta italiana che è all’origine del ritorno della tbc. Sulla scabbia non so se davvero serva ripetere per l’ennesima volta che si tratta di una banale infezione della pelle curabile con una pomata. La strategia della menzogna si serve anche di questo nome per incutere paura. Giornali come Libero, la scabbia l’hanno messa in prima pagina assieme a lebbra ed ebola per spaventarci, seminare panico, affermare che i migranti portano le malattie. Chi ci ha creduto davvero a quelle parole che non avevano alcun fondamento?
E chi ha creduto davvero alle menzogne con cui la Meloni ha chiesto la revoca dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica che il capo dello stato Sergio Mattarella ha deciso di dare ad Asmae Dachan, giornalista freelance italo-siriana? Lo ha chiamato un «clamoroso atto di sottomissione all’islam radicale» fornendo un elenco di bugie montate talmente male da essere smentite senza troppo sforzo.
La menzogna è la cifra di questa politica che ha bisogno di un nemico da colpire. Ed è la cifra degli “spaventatori”, dei giornali che offrono la ribalta all’odio, alle bugie, al fango, alla menzogna che serve a delegittimare. Che rilanciano le parole d’ordine come clandestino, come invasione, come allarme sanitario.
La paura si combatte con la conoscenza, altrimenti il rischio è che accada come a Treviso pochi giorni fa, con quella maestra d’asilo che non si è curata perché aveva paura di avere un tumore e invece era tbc. La paura produce anche questo. Sarà il caso di contrapporre alla strategia della menzogna, la strategia della verità.
L’Associazione Carta di Roma lo ha già proposto, vale la pena ribadirlo adesso: togliamo le parole di odio dalle prime pagine. Così anche la menzogna avrà meno spazio.
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