La notizia diffusa di recente è stata quella di una “rotta balcanica” in crescita esponenziale, tuttavia, stando ai dati relativi agli arrivi in Friuli Venezia Giulia sembrerebbe che i primi mesi del 2020 segnino un’inversione di tendenza
Di Piera F. Mastantuono
Come afferma Gianfranco Schiavone, Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio Rifugiati, diversamente dalla notizie allarmistiche, sono in linea con l’annualità precedente, anzi con un calo di presenze nei mesi di aprile e maggio: «L’incremento di fatto non c’è stato, nello stesso periodo del 2019, ad aprile e a maggio in realtà le persone rintracciate sono state 134 ad aprile e 523 a maggio 2020, comparando maggio 2019 vediamo che i dati corrispondono a 454, dal punto di vista statistico è la stessa cifra, anche in aprile 2019 erano 399. Tuttavia, a preoccupare di più sono i respingimenti illegali, infatti le riammissioni sono cominciate “a freddo” come scelta deliberata di violare la legge poiché non c’è un corrispettivo normativo per questa decisione».
Per quanto riguarda le riammissioni, come sottolineato anche da Alessandra Ziniti su Repubblica, c’è stata un’interrogazione parlamentare durante la quale, scrive Ziniti “Riccardo Magi […] ha dato voce alla denuncia degli avvocati dell’Asgi secondo i quali i migranti verrebbero rimandati indietro ignari di tutto e senza poter presentare domanda di protezione internazionale”.
Schiavone, a questo proposito, precisa: «per me rimane incredibile che venga rivendicato il respingimento dei richiedenti, non si cerchi di dissimulare i fatti. È stato ripristinato un accordo ritenuto in vigore dal 1997, intergovernativo e mai ratificato dal Parlamento, e non è in linea con il diritto dell’Unione Europea. Come Asgi abbiamo fatto accesso civico agli atti e abbiamo posto delle domande, su procedure, banche dati, modello del provvedimento. Abbiamo ricevuto un diniego per ragioni di sicurezza, e faremo naturalmente ricorso».
Di fatto tutto si regge sull’assenza di provvedimento, che quindi non permette di andare in tribunale né far seguire alcun processo, determinando di fatto uno stallo.
A livello di dati, complessivamente, nei mesi gennaio-maggio 2020, sulla base dei dati Frontex, la “rotta dell’Est Europa” ha visto il passaggio di 12.106 persone: 134 (attraverso la rotta terrestre di Romania, Ungheria, Slovacchia, ecc…); 11.733 arrivi terrestri e arrivi via mare in Grecia (con un crollo di arrivi nei mesi di aprile e maggio); 239 sulla rotta circolare dall’Albania alla Grecia. Si tratta di una rotta, quella del Mediterraneo orientale e dei paesi dell’Est Europa che ha come primo principale paese di approdo la Grecia; al pari dell’Italia per la rotta del Mediterraneo centrale. Da questi dati non è pertanto possibile definire il numero esatto di arrivi solo in Italia.