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“La scrittura non va in esilio”: menzione speciale Carta di Roma per il racconto “Pristina”

Al concorso del Centro Astalli premiati i racconti che parlano di conflitti, pregiudizi e stereotipi. I ragazzi delle scuole raccontano le diversità per vivere senza stigmatizzazioni

Si è tenuta il 25 ottobre all’Auditorium del Massimo la premiazione del concorso “La scrittura non va in esilio” indetto dal Centro Astalli, dedicato alle scuole superiori sul tema del diritto di asilo e del dialogo interreligioso. Oltre due ore d’incontro sono volate grazie alla moderazione del giornalista Giovanni Anversa, agli interventi di diversi ospiti e alla calorosa partecipazione di quasi mille studenti provenienti da varie città italiane.

«Quest’anno l’argomento centrale nel panorama dell’immigrazione è stato quello dei minori che si stanno spostando e dei loro rischiosi viaggi – ha spiegato in apertura dell’evento il presidente del Centro Astalli, Camillo Ripamonti – e a maggior ragione, su questa considerazione, trova un senso l’organizzazione di un concorso letterario dedicato ai giovani delle scuole».

La premiazione e i premiati

La premiazione è stata anche un’occasione per lanciare un appello in favore dell’approvazione della legge sulla cittadinanza «Non solo sono d’accordo ma penso che ci dovremo anche sbrigare a fare questa legge – ha dichiarato il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha anche aggiunto – i racconti dei ragazzi sono un giusto stimolo per alimentare la curiosità che porta le persone a riflettere su questi temi; l’alternativa è quella della paura che porta le persone a non usare la ragione ma a servirsi solo dell’istinto».

Il lavoro della giuria di esperti tra i quali Melania Mazzucco ha premiato il racconto “Il violino” di Andreea Tatiana Anghelescu dell’Istituto di istruzione superiore Leonardo da Vinci di Maccarese (Roma). Ha spiegato l’autrice: «ho deciso di utilizzare il punto di vista di una artista che perde ogni cosa per colpa della ma, soprattutto, quello di una persona che senza il suo violino deve ripartire dal suo talento per ricostruirsi una vita».

Hanno parlato di libri, storie di immigrazione e di musica il rapper Amir Issaa autore di “Vivo per questo”, Takoua Ben Mohamed autrice di “Sotto il velo”, il ballerino Sonny Olumati, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby autrice di “Nessuno può volare” e il registra Andrea Segre che, parlando del suo ultimo film, ha lanciato una riflessione chiamando direttamente in causa i ragazzi e chiedendo direttamente loro cosa avrebbero fatto se qualcuno gli avesse impedito di muoversi, magari proprio per inseguire il loro percorso di studio in un altro paese.

Menzione speciale “Carta di Roma” per Alessandro Moroni del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano per il racconto “Pristina”. L’autore ha riaperto, le ferite della guerra in Kosovo, in particolare quelle di una madre che cerca di evitare alla figlia le angosce e le paure di chi fugge dai conflitti. Non solo, parla di diversità e di quelle parole usate per ferire chi proviene da un contesto che non conosciamo quando, armati di pregiudizi, non vogliamo relazionarci neppure con il nostro vicino. E proprio da questa considerazione è nata l’idea del racconto: «Sono cresciuto in una zona – ha spiegato l’autore – dove c’erano molte persone che provenivano dai Balcani, anche a casa ho spesso sentito le loro storie; sono ricordi che ho voluto riportare sottolineando, in modo particolare, il punto di vista degli affetti familiari, quanto lega madre e figlia».

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