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La Stampa di Vercelli: “I primi messaggi del 2017? Sono di odio per i bebè musulmani”

Il quotidiano prende posizione contro i commenti d’odio pubblicati sulla pagina Facebook dell’edizione locale

I primi messaggi del 2017 su Facebook? Sono commenti razzisti. Insulti nei confronti dei bebè musulmani, ultimi nati dell’anno appena terminato oppure appena venuti al mondo. Ieri li hanno perfino chiamati ‘mostri’ sulla nostra pagina Facebook, quella de La Stampa di Vercelli. Per fortuna è solo una piccolissima parte dei nostri lettori, ma fa riflettere e fa male”. A scriverlo il giornalista Alessandro Ballesio, che comunica così la presa di posizione dell’edizione locale del quotidiano La Stampa, intervenuta con la rimozione dei contenuti ritenuti inappropriati.

“Quelli che comunemente vengono chiamati ‘leoni da tastiera’ (anche se meriterebbero ben altra definizione…) – commenta Ballesio – hanno battuto tutti gli altri sul tempo, ma una cosa la devono sapere: i loro commenti possono andare a farli da un’altra parte. Qui non sono tollerati. Anzi. Oltre ad averli eliminati, abbiamo bloccato quegli utenti e segnalati a Facebook“. E conclude: “Speriamo che i più intelligenti (che di sicuro sono la maggioranza) finiscano per seppellire, con decine e decine di messaggi, l’odio di quei pochi, miserabili commenti“.

Una speranza che non si è limitata a restare tale: la presa di posizione della testata, infatti, ha fatto emergere la solidarietà di molti lettori, che hanno espresso indignazione verso tali messaggi: “Agli auguri ‘di non diventare mai italiano’ – scrive Alessandro Ballesio in un aggiornamento – e a messaggi come ‘via i mostri musulmani dall’Italia’, molte persone hanno risposto con il calore e l’intelligenza che noi tutti ci aspettavamo”.

Non solo: anche le testate giornalistiche televisive locali TgVercelli e InfoVercelli24, spiega La Stampa di Vercelli, si sono unite alla condanna, denunciando i messaggi dai toni razzisti e intolleranti al centro della vicenda.

Il precedente de La Stampa

La Stampa ha già dimostrato, in passato, attenzione verso i post pubblicati su Facebook in risposta ai propri articoli. Il caso più noto è quello dell’incitamento all’odio generato dalla notizia di una bambina di origine rom, Nicole, con il quoziente intellettivo superiore a quello di Einstein. Il 9 agosto del 201 il social media team della testata interveniva con un messaggio sulla pagina fb dell’edizione nazionale del quotidiano, per porre un freno ai numerosi commenti razzisti sotto al post che comunicava la notizia:

L’iniziativa de La Stampa era stata ripresa da numerose testate, anche estere e citata come buona pratica.

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