Sarà presentato domani il nuovo strumento al quale i giornalisti del quotidiano stanno lavorando, per avere costante visione di ciò che accade nel Mare Nostrum
L’iniziativa sarà presentata a Milano domani, 19 novembre, alle 15, a Palazzo Clerici, in occasione del festival “Racconti di guerra. Ricordando Maria Grazia Cutuli”.
Numeri e storie sommersi
“Sono vittime di guerra, anche loro, e sono migliaia: 12.216 dal 3 ottobre 2013 a ieri. Abbiamo deciso di contarli, migranti morti e dispersi nel tentativo di raggiungere l’Europa, ma anche di cercare nomi, volti, storie“. Scrive così, descrivendo l’iniziativa, Alessandra Coppola, giornalista tra gli autori del progetto. Non solo numeri, dunque, ma anche racconti e informazioni per umanizzare le vittime di naufragi e incidenti, spesso ridotte nel linguaggio e nei toni della cronaca a cifre in fredde statistiche.
La strage raccontata dai media
Il database, che sarà aggiornato grazie alla collaborazione degli studenti della Scuola di Giornalismo «Walter Tobagi» di Milano, rappresenterà la più recente di una serie di iniziative editoriali che hanno ribadito il ruolo cruciale del giornalismo nel racconto delle crisi umanitarie.
Il primo è stato il blog “Fortress Europe“, di Gabriele Del Grande, nato nel gennaio 2006 e definito dal suo autore “un osservatorio sulle vittime della frontiera“. Incrociando notizie e dati provenienti dai media e dalle organizzazioni del bacino del Mediterraneo, Del Grande ha creato un archivio che, risalendo fino al 1988, tiene traccia di tutti gli eventi noti che hanno causato la morte di migranti e rifugiati sulla rotta verso l’Europa. Importante è stato anche il contributo di “The Migrants Files“, progetto che si è distinto nell’ambito del data journalism: dieci giornalisti europei hanno collaborato alla realizzazione di una database che riunisse e uniformasse i dati raccolti in archivi precedenti (Fortress Europe, United, Puls), creando infine una mappa interattiva che consente la localizzazione degli episodi individuati.
“La strage nel Mediterraneo”, invece, si proporrà come una forma alternativa di racconto del ciclo ininterrotto di incidenti che si sono susseguiti dopo il 3 ottobre 2013, quando la morte di 268 rifugiati nelle acque di Lampedusa spinse l’Europa e la stampa a prendere coscienza della tragedia in atto.
Nella foto in alto la Marina militare italiana soccorre un gruppo di migranti e rifugiati nel 2014 nell’ambito di Mare Nostrum, operazione avviata pochi giorni dopo la strage di Lampedusa e cessata il 31 ottobre 2014. Foto di Massimo Sestini, Guardia costiera italiana.