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LabRom, spazio di riflessione per incontro e conoscenza

LabRom, un’iniziativa dell’Associazione 21 luglio insieme alla Fondazione Migrantes, realizzato a Roma il 23 e 24 maggio, a Via Aurelia.

Si tratta di due giorni d’incontro per cercare di offrire una risposta alla frammentazione e alla divisione che riguarda quanti si muovono attorno alla cosiddetta questione rom attraverso la creazione di uno spazio di riflessione in cui promuovere confronti.

“Il grande problema è non avere accesso a dati aggiornati sulla presenza scolastica di bambini rom” evidenzia immediatamente Enrico Guida, advocacy dell’Associazione 21 Luglio “i dati sono della Commissione per la tutela diritti umani del Senato, non sono aggiornati da 6 anni, e raccontano di 180.000 rom presenti in Italia. Sono lo 0.25% della popolazione italiana. Il 60% ha meno di 18 anni. Secondo l’agenzia per i diritti umani dell’Unione Europea circa 20% non è scolarizzato”.

Questa dinamica va naturalmente contestualizzata. “I campi rom non rispettano nessun livello di adeguatezza e sono di fatto una violazione dei diritti umani” prosegue Guida. “Infatti i bambini che vi si trovano soffrono di quelle che sono definite patologie da ghetto, problemi respiratori, dermatite, scabbia, problemi psicofisici”. Sono 58 nel solo centro Italia gli insediamenti, per un totale di 14560 persone, di cui 4900 minori, che necessitano di tutele ed esercizio dei propri diritti.

Ad un quadro così delineato, fortemente negativo, fornisce un’ulteriore prospettiva l’analisi di Susanna Mantovani, psicologa e pedagoga, che ribadisce l’importanza della “resilienza” nei bambini “i più piccoli non sono così fragili come li raccontiamo, la resilienza è la caratteristica che consente di reagire a esperienze ed eventi difficili, conflittuali e traumatici senza rompersi, vale a dire di far fronte a condizioni avverse”.

Porta la sua esperienza all’incontro Ahmet Sadikov, giovane rom di Mazara del Vallo, dell’Associazione “La casa della comunità Speranza”, che lo scorso 26 ottobre hanno danzato con i loro balli di fronte al Papa e quasi 7000 persone. Conducono un doposcuola con 150 bambini, tra rom e arabi. Il video che mostra orgoglioso al pubblico restituisce immagini di giovani che recitano, ballano, disegnano, vivendo la loro infanzia, in maniera piena.

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