Di Paola Barretta su Articolo21
Un’Africa poco presente nel sistema informativo italiano: 2,4% di visibilità nelle edizioni di prima serata dei telegiornali, circa 4 titoli sulla prima pagina di uno dei principali quotidiani nazionali in un mese, 1,5% di presenza nelle pagine social del principali quotidiani italiani. Un immaginario mediatico principalmente associato all’instabilità e al conflitto dei paesi africani: guerre, conflitti e terrorismo sono i primi temi dei programmi di informazione, di infotainment e dei telegiornali.
Un’informazione dunque che alterna l’ottima qualità di reportage dai paesi africani e un racconto parziale che, nell’urgenza di semplificazione, comprime l’eterogeneità del continente, riproponendo una raffigurazione dell’Africa come luogo inospitale, cristallizzato in un eterno presente e senza progresso. Una terra perduta senza passato e futuro.
Fa da contraltare il racconto di un’Africa “qui”, legata ai flussi migratori, alla presenza di africani in Italia nelle notizie di criminalità e di cronaca, presente in modo strutturale in tutti i media analizzati.
Nell’informazione, il 76% dei riferimenti all’Africa e agli africani sono di fatto riconducibili all’Italia, essenzialmente ai migranti africani e al tema immigrazione, mentre soltanto il restante 24% è riconducibile all’Africa. Un’attenzione alla immigrazione che diventa dell’80% nei telegiornali di prima serata l’80%, dell’82% nei titoli sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani e dell’81% nei post Facebook delle principali testate giornalistiche italiane.
L’immaginario mediatico sugli africani è, dunque, strettamente ancorato alla rappresentazione del fenomeno migratorio.
In questo panorama mediatico, la fiction, rappresenta una voce innovativa per i temi e i contesti trattati. Pur nella permanenza di una certa marginalità dei personaggi di origine africana rispetto a quelli occidentali (45% di presenza nei cast versus il 75% dei secondi), le fiction sia di produzione italiana sia di produzione straniera propongono una diversificazione dei temi e delle storie, un approfondimento psicologico, un uso dell’ironia e della satira per sfidare gli stereotipi.
Permane una certa criticità, anche nella fiction, rispetto alla collocazione professionale dei personaggi: i personaggi occidentali, rispetto a quelli africani e/o di origine africana,svolgono più spesso professioni di prestigio e professioni intermedie.
A poco più di un anno di distanza dalla pubblicazione da parte di Amref, in collaborazione con la Carta di Roma, del decalogo per una corretta informazione sull’Africa, o sulle “Afriche”– come preferisce chiamarle chi vuole restituirne la complessità – resta aperta la sfida per un racconto della “nostra” Africa costruito intorno alla complessità, all’innovazione e alla cultura dei paesi.
Nel report di Amref sulla rappresentazione mediatica dell’Africa si riportano le parole della scrittrice nigeriana Chimamanda NgoziAdichie “La storia unica crea gli stereotipi. E il problema degli stereotipi non è che non siano veritieri, ma che sono incompleti. Fanno diventare una storia, la sola storia”.
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