Erano le 18 a Izmir alla fine di settembre, quando il nostro cammino ha incrociato quello di Dash e Kholio. Quattro ore più tardi, i due giovani di Damasco incontravano il loro passeur, per tentare di attraversare il mare Egeo un un’imbarcazione di fortuna. Destinazione: l’Europa. Un viaggio dalla Siria alla Germania che hanno condiviso con i loro cari grazie a WhatsApp. Tra fotografie di tramonti e selfie col giubbotto di salvataggio, le conversazioni si sono svolte al ritmo delle piccole vittorie e dei grandi momenti di dubbio comuni all’esilio i tanti migranti. Hanno accettato di lasciarci entrare nell’intimità del loro “diario di bordo”, trasmettendoci 203 screenshot dei loro scambi in arabo. Con una sola esigenza da parte loro: quella di non far apparire i loro nomi né i loro volti, per proteggere le famiglie ancora in Siria. E con una difficoltà da parte nostra: tradurre angoscia e speranze, spesso espresse a mezze parole.
Erano le 18 a Izmir alla fine di settembre, quando il nostro cammino ha incrociato quello di Dash e Kholio. Quattro ore più tardi, i due giovani di Damasco incontravano il loro passeur, per tentare di attraversare il mare Egeo un un’imbarcazione di fortuna. Destinazione: l’Europa.
Un viaggio dalla Siria alla Germania che hanno condiviso con i loro cari grazie a WhatsApp. Tra fotografie di tramonti e selfie col giubbotto di salvataggio, le conversazioni si sono svolte al ritmo delle piccole vittorie e dei grandi momenti di dubbio comuni all’esilio i tanti migranti.
Hanno accettato di lasciarci entrare nell’intimità del loro “diario di bordo”, trasmettendoci 203 screenshot dei loro scambi in arabo. Con una sola esigenza da parte loro: quella di non far apparire i loro nomi né i loro volti, per proteggere le famiglie ancora in Siria. E con una difficoltà da parte nostra: tradurre angoscia e speranze, spesso espresse a mezze parole.
Un selfie inviato dai due giovani siriani.
A spiegarlo è Le Monde, che ha pubblicato il racconto di viaggio di due giovani rifugiati siriani attraverso gli scambi avuti con i loro amici e parenti grazie a WhatsApp.
Un modo insolito per narrare, tappa dopo tappa, le esperienze vissute dai due durante la loro fuga verso l’Europa.
Tredici giorni descritti da foto, brevi frasi ed emoticon, incredibilmente efficaci nel raccontare i sentimenti, le preoccupazioni e le speranze di una ragazza e un ragazzo che cercano la salvezza e un futuro lontano da loro paese in guerra.
Un interessante esperimento narrativo disponibile (in francese) qui.
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