Pubblichiamo l'appello che Amnesty International rivolge alle istituzioni per la tutela dei richiedenti asilo e l'introduzione a cura dell'organizzazione.
«Quando la barca è affondata, non riuscivo a trovare i miei amici. Mi chiedevo: dove sono? Poi ho trovato Omar ma non riuscivo a trovare un altro mio amico. Cercavo di aiutare gli altri ma non ci riuscivo. Io e Omar ci aiutavamo ma è stato difficile nuotare per ore. Mentre eravamo in acqua, ognuno cercava un familiare o un amico».
Mohammed, 21 anni, rifugiato siriano. Nel maggio 2014, ha raccontato ad Amnesty International la drammatica esperienza dell’11 ottobre 2013, quando la barca su cui si trovava insieme ad altre 400 persone è affondata a 70 miglia al largo di Lampedusa.
Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo sono costrette ad abbandonare le loro case per fuggire da povertà, conflitti e persecuzioni. Solo una piccola percentuale cerca rifugio e una vita migliore nei territori dell’Unione europea (Ue). Ma i paesi dell’Ue sono sempre più determinati a tenerli fuori. Negli ultimi anni si sono impegnati a costruire barriere, reali e invisibili, che hanno aumentato i rischi per coloro che, disperati, sono disposti ad affrontare viaggi molto pericolosi.
Ogni anno centinaia di persone muoiono nel tentativo di raggiungere le coste europee. Tantissime altre vengono violentemente respinte alle frontiere europee o intrappolate in paesi vicini che non rispettano i loro diritti umani. Eppure ci sono alternative che potrebbero salvare vite e garantire il rispetto dei diritti umani.
Chiediamo ai leader dell’Ue di fermare la crescita smisurata del costo umano di questa “fortezza” che l’Europa sta costruendo. L’Europa deve proteggere le vite umane e i diritti umani lungo i suoi confini.
Egregio presidente, Le scrivo in quanto sostenitore di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati. Ogni anno migliaia di migranti e rifugiati cercano di raggiungere l’Europa. Alcuni sono spinti dalla necessità di fuggire dalla povertà cronica, altri cercano una via di uscita da violenze, persecuzioni e conflitti. Dal 2000 ad oggi, almeno 23.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. La risposta dell’Europa si è concretizzata in politiche e prassi di controllo dell’immigrazione che mettono a rischio la vita di migliaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo e li costringono a intraprendere percorsi pericolosi per arrivare in Europa. Quando giungono sul territorio europeo, spesso sono vittime di altre violazioni dei diritti umani, trattamenti disumani e degradanti e sfruttamento lavorativo nei territori degli stati membri. Con la presidenza italiana del semestre europeo, il nostro paese ha l’opportunità di chiedere agli stati membri dell’Unione europea che le persone vengano prima delle frontiere. Le chiedo, dunque, di adoperarsi al fine di: rafforzare le operazioni di ricerca e di soccorso nel Mediterraneo e nel mare Egeo attraverso uno sforzo congiunto che coinvolga tutti gli stati membri dell’UE; fornire percorsi più sicuri e legali per raggiungere l’Europa per coloro che fuggono da conflitti e persecuzioni, in modo da non essere più costretti a intraprendere viaggi pericolosi; garantire loro l’accesso alla protezione internazionale quando raggiungono i confini dell’Unione europea; smettere di cooperare con i paesi che violano i diritti umani al fine di limitare i flussi migratori verso l’Unione europea; La ringrazio per l’attenzione.
Egregio presidente, Le scrivo in quanto sostenitore di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati. Ogni anno migliaia di migranti e rifugiati cercano di raggiungere l’Europa. Alcuni sono spinti dalla necessità di fuggire dalla povertà cronica, altri cercano una via di uscita da violenze, persecuzioni e conflitti. Dal 2000 ad oggi, almeno 23.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. La risposta dell’Europa si è concretizzata in politiche e prassi di controllo dell’immigrazione che mettono a rischio la vita di migliaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo e li costringono a intraprendere percorsi pericolosi per arrivare in Europa. Quando giungono sul territorio europeo, spesso sono vittime di altre violazioni dei diritti umani, trattamenti disumani e degradanti e sfruttamento lavorativo nei territori degli stati membri.
Con la presidenza italiana del semestre europeo, il nostro paese ha l’opportunità di chiedere agli stati membri dell’Unione europea che le persone vengano prima delle frontiere. Le chiedo, dunque, di adoperarsi al fine di:
La ringrazio per l’attenzione.
Per maggiori informazioni o per sottoscrivere l’appello: Sos Europa.
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