Il caso Benelli e la “pseudo-tv-verità”. Il pensiero di Gad Lerner
Rilanciamo la riflessione di Gad Lerner, che fa seguito all’allontanamento da parte di Mediaset di Fulvio Benelli, giornalista accusato di aver pagato un uomo per farlo “recitare” in due suoi servizi (ne abbiamo parlato qui).
Solidarietà a Fulvio Benelli, licenziato come capro espiatorio da una tv che si nutre di falsi scoop come i suoi
A cura di Gad Lerner, tratto da www.gadlerner.it
Il rancore sociale alimentato dai teleschermi per trarne audience e vantaggi elettorali, ormai è dilagante. Ogni giorno su quasi tutte le reti ci sono trasmissioni confezionate su misura per alimentare i pregiudizi e la guerra fra poveri. Naturalmente bersagli privilegiati sono i rom, detestati e facili da coinvolgere nella telerissa, con o senza la presenza di un Salvini seduto in poltrona.
Ieri Mediaset ha licenziato il giornalista Fulvio Benelli di “Quinta Colonna”, la trasmissione-prototipo di questo modello televisivo, studiata nel minimo dettaglio dal raffinato intellettuale finto tonto Paolo Del Debbio. Sento parlare di Del Debbio, fra l’altro, anche come possibile candidato del centrodestra a Milano, con buone chances di successo. Ora si è liberato con una firmetta (tanto sono tutti rapporti di lavoro precari) dell’inviato nei campi rom Fulvio Benelli, scoperto da Striscia la Notizia in una grossolana manipolazione. Basta sganciare qualche soldo a certi disgraziati, per fargli dire quel che si vuole. Era già accaduto a Mattino Cinque. La stessa Striscia la Notizia ha mandato via due suoi inviati che, a quanto pare, certe storie le architettavano salvo poi spacciarle per vere.
Tutto ciò è sintomo di una degenerazione della tv-verità in atto da tempo, ma anche di un vero e proprio progetto di belligeranza strumentale contro categorie sociali e etnie usate come caprio espiatorio. Non è la prima volta che succede, nella massima spudoratezza. Poichè sono gli autori e i conduttori e i direttori di rete a spingere in questa squallida direzione gli inviati (precari) come Fulvio Benelli, a lui, licenziato ieri da Quinta Colonna, voglio esprimere solidarietà: avrà provato di persona cosa significa essere usati come capro espiatorio.
P.S. Chiarisco il mio pensiero: chi oggi licenzia #FulvioBenelli ne conosceva benissimo e incoraggiava il metodo di lavoro nella pseudo-tv-verità
Per il testo originale cliccare qui.