E’ la notizia di un furto ai danni di una ditta di Padova il cui titolare, alcuni mesi fa, si era suicidato “per la crisi”. Un furto di cavi di rame per un valore stimato in 300mila euro: “La mazzata finale”, avverte l’occhiello.
Ma chi sono gli autori del furto? Nel breve articolo apparso su Libero il 5 marzo 2014 non viene riportata alcuna ipotesi investigativa. Non c’è alcuna dichiarazione proveniente dalla polizia, o dai carabinieri, tanto meno dalla magistratura. C’è solo una considerazione del presidente della Federcontribuenti che afferma: “Non è un mistero che furti di questo tipo siano iniziati anni fa con l’apertura delle frontiere”. E invita a “una riflessione sulle cooperative principalmente da extracomunitari”.
Il presidente della Federcontribuenti non dispone di alcun elemento sulla specifica vicenda. Sa solo che “alcuni mesi fa l’azienda si avvaleva della collaborazione di queste cooperative”. Ma, aggiunge, “non abbiamo nessuna informazione a supporto della nostra tesi”. Affermazioni tutte riportate nell’articolo. Il cui titolo però è: “Zingari svaligiano ditta di un uomo suicida”.
In pratica il dubbio – non supportato da alcun elemento investigativo – che gli autori possano essere “extracomunitari” diventa la certezza che si tratti di “zingari”. Siamo evidentemente oltre la violazione dei principi di base della Carta di Roma. Qua la violazione riguarda, prima di tutto, le regole di base del giornalismo.