Si intensifica il numero di sbarchi e i toni allarmistici trovano largo spazio sui media. Ma non vi è un riscontro nei dati
Che i termini “invasione” e “emergenza” siano presenti nel racconto mediatico delle migrazioni non è certo una novità. Ogni qual volta è registrata una forte intensità di operazioni di ricerca e soccorso, con sbarco in Italia, queste parole appaiono con più insistenza: le troviamo nei titoli, nei sommari, nei testi.
Ieri “invasione” faceva la sua comparsa persino sul Corriere della Sera: “Negli ultimi tre giorni in Italia c’è stata una vera e propria invasione di stranieri partiti dall’Africa“, si legge in seconda. Matteo Salvini deve essere rimasto altrettanto sorpreso, perché la stessa mattina, nel corso di un suo intervento a SkyTg24, citava la frase del Corriere, rilanciandola anche dalla sua pagina Facebook.
Eppure il Corriere si contraddice da solo: dai dati messi in evidenza nella stessa pagina emerge come gli arrivi tra gennaio e maggio nel 2016 siano stati inferiori a quelli dello stesso periodo del 2016. Il problema che il quotidiano intendeva mettere in evidenza è quello della gestione dell’alto numero di migranti e dei rifugiati arrivati in pochi giorni; definendo l’attuale situazione “invasione”, tuttavia, il messaggio veicolato al lettore è ben diverso. E si presta, come dimostrato dal leader della Lega, alla strumentalizzazione dei politici.
Se già è grave rilevare sistematicamente tali toni su quelle testate che perseguono in modo palese una certa linea editoriale e politica, risulta ancora più insidiosa la loro presenza laddove il discorso non è polarizzato. Il rischio è quello della normalizzazione del termine, già avvenuta del resto con l’abusato “emergenza”.
Nel tentativo di placare i toni è intervenuto poco dopo anche il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi: «Salviamo quante più vite umane possibili, sapendo che non c’è nessuna invasione: i numeri sono sempre gli stessi, più o meno. Quello che un po’ stride, e talvolta mi sembra meschino, è l’atteggiamento di chi grida e urla. Di chi usa sui media, e non solo, parole come: sistema al collasso, emergenza, invasione. I numeri nella percezione mediatica sembrano molto più grandi. Ma sono in media con il passato e non superiori a altri Paesi». Concetto che è stato ribadito anche dalla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e dal ministero degli Interni Angelino Alfano.
Ci sembra quanto mai importante, quindi, opporre all’allarmismo i dati: qui l’articolo realizzato in collaborazione con Open Migration e Unhcr.