Un anno è trascorso dal 3 ottobre 2013, quando nel mare al largo di Lampedusa si è consumata la più grande strage in territorio italiano in tempo di pace: 368 persone in fuga da guerre e persecuzioni, annegano nel Mediterraneo. Lampedusa si conferma agli sguardi superficiali come sinonimo di Canale di Sicilia, conosciuta solo per essere l’approdo agognato di barche sgangherate sovraccariche di disperati alla mercé di criminali.
Stasera 22 settembre 2014 alle 18.30 presso la Sala Tempio di Adriano a Roma una serata pubblica con letture e immagini su Lampedusa e le sue storie di vita e di mare. Una serata organizzata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Fabrica.
Attori e registi presteranno la loro voce alle testimonianze raccolte dalla giornalista Michela Iaccarino per il progetto Sciabica. Sciabica è una parola di origine araba che significa rete da pesca ed è anche il nome del portale che Fabrica ha dedicato alla raccolta delle storie di lampedusani e migranti.
Pylos e il silenzio dell’informazione
A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
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