Di Danilo Giannese per Nigrizia
«I flussi migratori ai quali stiamo assistendo sono una realtà con cui anche la prossima generazione dovrà fare i conti. O la affrontiamo in modo serio oppure rinunciamo alla nostra civiltà». Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è intervenuto alla presentazione, stamane a Roma, del Dossier statistico Immigrazione 2015, curato dal Centro studi e ricerche Idos, in partenariato con la rivista Confronti e in collaborazione con l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali (Unar).
Il ministro ha criticato duramente i muri che alcuni stati stanno innalzando in Europa («Non portano da nessuna parte»), ha ribadito l’inefficacia del Regolamento di Dublino (che impone ai migranti di fare domanda di asilo nel primo Paese in cui mettono piede) e ha sottolineato che «la distinzione giuridica tra rifugiati e migranti economici non può essere un alibi per le nostre coscienze».
Secondo i dati contenuti nel Dossier, oggi i migranti nel mondo sono poco meno di 240 milioni. Di questi 60 milioni sono migranti forzati, uomini, donne e bambini costretti a fuggire dalle loro case a causa di guerre, torture e persecuzioni: un numero aumentato di 8 milioni rispetto allo scorso anno.
Nel 2014, in Italia, sono sbarcate oltre 170mila persone, tra richiedenti asilo e migranti economici. Le domande d’asilo nel nostro paese sono state circa 65 mila (più del doppio rispetto al 2013) e hanno coinvolto in prevalenza persone provenienti dall’Africa subsahariana: Nigeria (10.135), Mali (9.790), Gambia ((8.575) e Senegal (4.675), seguiti da Paesi asiatici quali Pakistan (7.150), Bangladesh (4.535) e Afghanistan (3.120) ed europei, con l’Ucraina che fatto registrare 2.800 richieste d’asilo in seguito alle forti tensioni con i filorussi nell’est del Paese.
A livello generale, l’Italia si conferma come uno dei grandi paesi europei di immigrazione, con oltre 5 milioni di stranieri residenti, di cui più della metà donne, con un incremento di oltre 92mila unità rispetto al 2013. Crescita, tuttavia, ben inferiore rispetto ai ritmi degli anni precedenti la fase di crisi, quando si registravano incrementi annui anche di 460mila unità.
Più della metà degli stranieri in Italia proviene da paesi europei; seguono gli africani che rappresentano il 20,5% del totale. I romeni sono la collettività più numerosa di stranieri in Italia (più di 1,1 milioni di persone); poi albanesi (490mila), marocchini (449mila), cinesi (265mila) e ucraini (226mila). Quanto all’appartenenza religiosa degli immigrati, i cristiani sono quasi 2 milioni e 700mila, mentre i musulmani ammontano a più di 1,6 milioni.
Il 2014, inoltre, ha fatto registrare un notevole incremento dei cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana: si tratta di circa 129mila persone, il 29% in più rispetto all’anno precedente. Il numero dei bambini nati in Italia da genitori stranieri si è invece mantenuto sullo stesso livello dell’anno prima, con 75mila nascituri; mentre dei quasi 1,1 milioni di minori stranieri residenti in Italia, 814 mila risultano regolarmente iscritti a scuola.
Quanto all’aspetto occupazionale, dal Dossier emerge come gli occupati stranieri nel 2014 siano 2.294.000, di cui 1.238.000 uomini e 1.056.000 donne, con un tasso di occupazione leggermente in aumento.
Non solo immigrazione, ma anche emigrazione. Nell’ultimo anno i cittadini italiani residenti all’estero sono aumentati di 155mila unità, per motivi che variano dall’emigrazione vera e propria, alla nascita all’estero, sino all’acquisizione della cittadinanza per discendenza. Si tratta di più di 4,6 milioni di persone, che vivono soprattutto in Argentina (754mila), Germania (682mila), Svizzera (580mila), Francia (387mila) e Brasile (353mila). Guardando indietro, dal 2008 al 2014, il numero degli italiani residenti all’estero è aumentato di quasi di un milione di unità.
Secondo il Dossier statistico immigrazione, nel 2013 gli immigrati in Africa provenivano essenzialmente da paesi dell’Africa stessa (più di 15 milioni di persone, pari all’82% del totale). Il continente, inoltre, continua a segnalarsi per l’incidenza più bassa al mondo di immigrati sul suo territorio rispetto alla popolazione totale. Per quanto riguarda gli immigrati non africani in Africa, la maggior parte, nel 2013, era rappresentata da asiatici (1,1 milioni di persone), seguiti da europei (800 mila).
Gli immigrati africani in Italia, invece, sono quasi raddoppiati nel decennio 2003-2014, passando da 516 mila a più di 1 milione di unità. Nel biennio 2012-2014, tuttavia, hanno subito un calo di circa il 10%. Oggi i migranti africani in Italia costituiscono più di un quinto del totale degli stranieri in Italia. Nell’ultimo anno sono aumentati nigeriani (71mila) e senegalesi (94mila), mentre per quanto riguarda i nordafricani solo gli immigrati libici hanno fatto registrare un aumento (+3%). Infine, 22 nazionalità africane su 53 presenti in Italia fanno registrare una prevalenza della componente femminile su quella maschile: è il caso di Namibia, Madagascar e Botswana, solo per citarne alcune.
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