Musica, libri, scoperte scientifiche, prodotti da supermercato: il contributo dei rifugiati è sotto i nostri occhi ogni giorno, ma non ce ne rendiamo conto. Da New York l’dea di un’etichetta per renderci consapevoli
Andando a fare la spesa in un supermercato, tra gli scaffali potreste notare un’insolita etichetta: “Made by Refugee”. Oppure la potreste trovare tra i tomi di una libreria, tra le cover in un negozio di dischi o sulle locandine di un teatro.
Una risposta originale alla retorica anti-rifugiati e all’intolleranza negli Stati Uniti: mostrare alla popolazione quanto e come i rifugiati hanno contribuito a creare il mondo che conosciamo.
La campagna “Made by Refugee” è stata ideata dal fotografo Kien Quan e dall’artista Jillian Young: un semplice adesivo che spunta su prodotti inaspettati, a ricordarci che, per esempio, la voce di Freddy Mercury è quella di un uomo fuggito da Zanzibar nel 1964; o che le opere di Victor Hugo sono quelle di un autore costretto ad abbandonare la Francia; o che l’ideazione della famosa Mini è dovuta a Sir Alec Issigonis, costretto a lasciare la Grecia.
A ispirare Quan, secondo quanto riferito al blog Creativity, una salsa piccante vietnamita particolarmente nota negli Stati Uniti: se negli anni Settanta i rifugiati in fuga dal Vietnam non ce l’avessero fatta a scappare e a raggiungere gli Usa, oggi quel prodotto – inventato da David Tran, rifugiato – non si troverebbe sugli scaffali. Da qui l’idea di individuare altri esempi e di avviare una campagna.
L’etichetta è disponibile online: l’invito di Quan e Young è quello di scaricarla e stamparla, per fare la propria parte nel ricordare ai propri concittadini quanti elementi della cultura moderna e contemporanea sono frutto della creatività e del lavoro di rifugiati.
Nella foto in alto, tratta dalla pagina Facebook di “Made by Refugee“, la salsa Sriracha, inventata da un rifugiato vietnamita, che ha ispirato gli autori della campagna.