Mentre i negoziati sullo European Media Freedom Act si avviano verso la conclusione, la Federazione europea dei giornalisti tira un primo bilancio del confronto in atto ed evidenzia alcune delle principali criticità che – dal punto di vista del sindacato continentale – permangono (e in alcuni casi si aggravano) nel testo che sta prendendo la forma finale su cui le istituzioni dell’Unione saranno chiamate a pronunciarsi nel 2024.
A destare la «completa delusione» delle Efj sono alcuni articoli e commi, in particolare dove si parla di assicurare la sostenibilità finanziaria dei media di servizio pubblico e di tutelare l’indipendenza editoriale degli organi di informazione. Ma a non piacere ai rappresentanti dei giornalisti europei sono anche le potenziali nuove regole che riguardano la valutazione delle concentrazioni del mercato dei media che potrebbero avere un impatto su pluralismo e indipendenza editoriale.
Infine, non certo per importanza, il nodo fondamentale dell’articolo 4 della proposta di regolamento: quello che fissa le norme sulla tutela delle fonti e sul divieto di spiare i giornalisti.
In proposito, la Efj ha firmato giovedì 30 novembre 2023 una lettera in cui si chiede ai politici almeno il rispetto degli standard internazionali sulla protezione delle fonti giornalistiche fissati dalle sentenze della Corte europea dei diritti umani, denunciando «profonda preoccupazione per l’effetto dissuasivo che potrebbe derivare se nel testo finale dovessero rimanere le previsioni in materia di sicurezza nazionale e relative alle condizioni per la divulgazione delle fonti».
Mentre il trilogo del 29 novembre 2023 tra il Parlamento europeo e il Consiglio, con la Commissione europea in qualità di “honest broker”, ha raggiunto un accordo su quasi tutti i punti, all’articolo 4 sarà dedicato il prossimo confronto in programma il 15 dicembre.
“La legge di protezione dei media è una tappa fondamentale per la libertà di informazione in Europa, adesso vigiliamo sulla sua applicazione”, Ricardo Gutiérrez, segretario dell’Efj, – e prosegue – “tutti i Paesi devono garantire indipendenza e finanziamento dei media pubblici, gli Stati debbono proteggere i giornalisti e le fonti. Inoltre, finalmente, si concretizzano anche la protezione dei contenuti dalla censura delle piattaforme”.
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