Si chiama Mediane Box ed è il risultato di due anni di incontri, scambi e dibattiti tra organizzazioni e media di tutta Europa. È un contenitore virtuale di strumenti utili e buone pratiche per tutti professionisti della comunicazione, i formatori e i manager che vogliono promuovere la diversità. Il programma che ha portato alla realizzazione di questo strumento, Media For Diversity Inclusiveness, promosso dal Consiglio d’Europa, giunge con il lancio della Mediane Box alla sua fine; l’obiettivo è stato raggiunto: creare una piattaforma che mettesse insieme codici di condotta, linee guida, ricerche e data-base per poter favorire la rappresentazione della diversità a più livelli, dalle risorse umane ai contenuti dei prodotti giornalistici.
A farne parte anche la Carta di Roma, che ha preso parte all’ultimo incontro Mediane, a Bruxelles, la scorsa settimana. Alto l’interesse e la curiosità dimostrata dagli altri partecipanti verso quella che è considerata una delle migliori pratiche a livello europeo per la promozione di una corretta rappresentazione dei migranti sotto il profilo deontologico.
Nei tre giorni dedicati alla chiusura del programma europeo sono stati molti gli spunti di riflessione emersi. Si è discusso di rappresentazione, formazione professionale, deontologia, fonti, risorse umane, community media e molti altri temi.
Difficile riuscire a dare una risposta a tutte le domande emerse dal confronto, ma ciò che è risultato evidente è che in tutti i paesi europei, seppur con criticità e situazioni ben diverse, la diversità continua a essere sotto o mal rappresentata nei media. Nella maggior parte dei casi la diversità è poco rappresentata nel personale, così come lo è osservando gli esperti a cui i media mainstream danno voce; allo stesso tempo gli stereotipi continuano a essere predominanti nella rappresentazione di alcuni gruppi e molte storie sono sistematicamente ignorate. A complicare l’attività dei giornalisti, anche lì dove c’è la volontà di svolgere un lavoro corretto e bilanciato, alcune volte vi sono le condizioni vissute da molti: tempi di lavoro stretti, necessità di assecondare determinate linee editoriali, mancanza di apertura o comunicazione all’interno delle redazioni.
Tutti d’accordo sul bisogno di scendere il campo, uscendo dalle mura della redazione, per poter conoscere ciò su cui si scrive, sulla necessità di aggiornare le rubriche dei contatti e di vedere la “diversità” più rappresentata all’interno dei propri gruppi di lavoro, affinché sia stimolato il confronto interno ed esterno e si inizi a rinnovare un modello non più adeguato ai tempi attuali.
Un primo passo, per chi vuole approfondire il tema, è proprio la Mediane Box.
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