«Meglio morire una sola volta che tutti i giorni». Il Fatto Quotidiano racconta le storie di chi ogni giorno arriva in Europa per fuggire dalla guerra e dalla miseria
Vengono e ci rubano il pane. Quei barconi sono pieni di terroristi dell’Iris. Sono ladri, puttane e spacciatori. Ma lo sapete che gli immigrati incassano dallo Stato 40-50 euro al giorno? È uno scandalo, li ospitano in alberghi a cinque stelle, in camera hanno la vasca con idromassaggio e si lamentano pure… L’immigrato che affronta il mare di notte, rischia la vita, arriva brutto sporco e cattivo sulle nostre coste e chiede solo pace, pane e un pizzico di tranquillità, è il nemico perfetto. Sei senza lavoro? Colpa di chi te lo toglie, il “clandestino” disposto a fare tutto e per quattro soldi. Ti senti insicuro nella tua città?, colpa dell’immigrato… Perché si parte? Perché si affronta il mare in condizioni disumane rischiando una morte atroce? Cosa si lascia alle spalle chi spende quel poco che ha per rifarsi una vita in Europa? A queste domande abbiamo tentato di dare una risposta attingendo alla viva voce di chi sceglie il mare come ultima speranza.
Rilanciamo un articolo pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, firmato da Enrico Fierro e Lucio Musolino, nel quale sono raccolte alcune delle esperienze raccontate dai richiedenti asilo giunti in Italia. Il deserto, la Libia, il mare fanno da cornice alle storie di chi arriva in Europa alla ricerca di un rifugio sicuro.
Per leggerlo cliccare qui: «Meglio morire una sola volta che tutti i giorni».