A cura di Media e Multiculturalità
«Per milioni di uomini e donne quel sentirsi divenne esserci, quando iniziarono in Italia una nuova fase della vita. Chi arrivò per caso, chi per motivi professionali, chi per un partner, chi per disperazione, chi per studio, chi per turismo. Non sempre ieri per una scelta convinta, oggi per rimanere con entusiasmo e coerenza. Perché l’ Italia? Cosa e chi li ha convinti a rimanere? E come fanno fatto a diventare parte di un processo di crescita del paese che li ospita senza rinunciare al loro imprinting identitario e culturale? I migrador lo raccontano. Qui le storie, gli aneddoti, le memorie, le fotografie troveranno lo spazio a imperitura memoria».
Da qualche mese è disponibile in rete il Migrador Museum, il primo museo online sull’immigrazione nato per dare spazio ai racconti di uomini e donne che hanno scelto di vivere nel nostro paese. Una scelta dettata da ragioni diverse: il caso, la disperazione, il lavoro, lo studio e anche l’amore.
In un’intervista a Ansamed, Martino Pillitteri, ideatore e responsabile del museo, spiega: «L’Italia ha un patrimonio sconosciuto. È composto da tesori sotto forma di storie, di esperienze, di linguaggi, di idee, di coraggio, di sacrificio, di colori, di sapori, di competenze di migliaia di persone senza volto e senza nome che hanno vinto una grande sfida: iniziare una nuova vita in un altro ambiente, in un’altra lingua e con codici culturali diversi». Alcune storie e esperienze, dice, «superano anche la nostra immaginazione. Altre hanno la capacità di saper raccontare la storia del paese mentre cambia. Noi crediamo per il meglio». Aneddoti, memorie, foto, racconti in continuo aggiornamento. In questo viaggio virtuale è possibile leggere la storia del giorno, accedere ad un’accurata banca dati sull’immigrazione suddivisa per regione, consultare gli eventi e interagire tramite i social media. Le storie e le biografie più belle saranno raccolte in un e-book dal titolo “Immigrazione in Italia raccontata dal futuro”.
Obiettivo del progetto è anche quello di rivolgersi a chi vede l’immigrazione come un fattore che influisce negativamente sulla società ed economia italiane. «L’ascesa dell’interesse delle tematiche interculturali e dei processi immigratori nei media, nel mondo del lavoro, nella scuola, nella società civile, nella produzione letteraria, spezza la logica del gioco a somma zero dove un guadagno per gli uni rappresenta una perdita per gli altri», conclude Pillitteri.