Durante il primo semestre 2016 i progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, in riferimento al sistema Sprar, sono stati 674.244 in più rispetto al 2015, per complessivi 27.089 posti disponibili
Alla fine di ottobre 2016 sono arrivate in Italia 159.432 persone, il 13% in più rispetto al 2015, di cui 19.429 minori non accompagnati (+12,1%). Sono alcuni dei numeri al centro del terzo rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 presentato oggi a Roma nella sede dell’Anci nazionale.
Con la continuazione dei processi di ampliamento straordinario promosso dal ministero dell’Interno, la capienza del sistema di accoglienza si compone di 12.485 posti, strutturalmente finanziati dal bando Sprar, e 14.604 posti aggiuntivi. Gli enti locali titolari di progetti sono stati in totale 574, di cui 533 comuni, 29 province e 12 unioni di comuni.
Accoglienza: necessario mettere fine all’approccio emergenziale
A fine ottobre 2016, gli accolti nelle diverse strutture erano 171.938, di cui 133.727 nelle strutture temporanee e 22.971 nei centri Sprar. In quest’ottica di inclusione, prosegue Matteo Biffoni, delegato all’Immigrazione di Anci, «il nostro lavoro va nella direzione del rafforzamento e dell’aumento del numero dei Comuni che aderiscono allo Sprar, sistema in grado di garantire una gestione pienamente trasparente delle misure di accoglienza, una diffusione delle strutture che rispetti criteri di proporzionalità con la popolazione residente e la costruzione di percorsi di condivisione con la cittadinanza e il mondo del terzo settore qualificato, tutti elementi imprescindibili per l’accoglienza».
Per semplificare e incentivare tali procedure «nella direttiva del ministero dell’Interno dell’11 ottobre è stata introdotta una clausola di salvaguardia, che rende esenti i Comuni della rete Sprar, o che intendano aderirvi, dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza», sottolinea Veronica Nicotra, segretario generale dell’Anci.
Entrando nel merito del rapporto, monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, evidenzia: «Il primo paese per attentati terroristici è la Nigeria, che è anche il primo per numero di sbarchi in Italia quest’anno. Turchia, Pakistan, Libano, Iran, Etiopia sono invece i principali paesi dove si trova oltre il 90% dei rifugiati al mondo. Ad oggi i comuni coinvolti nell’accoglienza della rete Sprar sono circa 1200».
Commissioni territoriali da rivedere
Nei primi sei mesi del 2016, sono state esaminate complessivamente 49.479 domande, di cui il 59,6% culminate nel non riconoscimento di alcuna forma di protezione, contro il 49% relativo allo stesso periodo del 2015.
«Il numero di dinieghi e di ricorsi è troppo subordinato alla sede territoriale che se ne occupa», chiarisce Domenico Manzione, sottosegretario ministero dell’Interno, il quale prosegue proponendo: «Nelle commissioni territoriali vorremmo sostituire il criterio di rappresentanza con quello di specializzazione, così da aver nelle commissioni persone più specificamente preparate ottenendo decisioni qualitativamente più apprezzabili».