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Migranti e salute pubblica: una mappatura spiega la situazione dei vaccini nei paesi del Mediterraneo

Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, attraverso i dati, racconta una realtà diversa dall’allarmismo talvolta diffuso a livello mediatico

Il Rapporto dell’Istituto superiore di sanità, raccogliendo i dati del progetto ProVacMed (“Programmes for Vaccination in the Mediterranean area”) smonta i pregiudizi sul tema migranti e salute. Il rapporto offre una mappatura sull‘offerta vaccinale in 15 paesi del Mediterraneo non appartenenti all’Unione Europea, sia nei confronti dei cittadini residenti, che dei migranti in entrata, che spesso  transitano per questi paesi con l’obiettivo di varcare le porte d’Europa, fornendo un quadro completo sullo stato delle vaccinazioni e in generale della salute in questi paesi di provenienza.

Grazie a questo progetto si conosce la situazione in merito alle vaccinazioni per poliomelite, difterite, tetano, morbillo, rosolia, epatite B in Albania, Algeria, Armenia, Bosnia e Erzegovina, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Kosovo, Macedonia, Moldavia, Palestina, Serbia, Tunisia e Ucraina. In quest’ultimo Paese, ad esempio, la copertura vaccinale della poliomelite oscilla sul 63%, mentre arriva fino al 98% in Giordania, Palestina e Tunisia e addirittura al 99% nel caso della più vicina Albania. Oppure l’epatite b vede nell’oscillazione delle coperture vaccinali percentuali molto alte, con l’Albania sempre al 99% ma anche Palestina, Giordania, Tunisia al 98%; al 97 % la copertura per Israele e Macedonia, 95% e 94% rispettivamente Algeria, Egitto e Kosovo e poi così via a diminuire. Un quadro piuttosto chiaro che nel complesso chiarisce come le coperture vaccinali in questi paesi non siano inferiori a quelle europee.

Dati positivi soprattutto per la copertura pediatrica

Questi vaccini sono gratuiti in tutti i paesi (ad eccezione della Georgia, dove il richiamo difterite negli adulti è interamente pagato dai beneficiari) e in aggiunta c’è da sottolineare che tutti i paesi offrono la vaccinazione contro la tubercolosi e l’Hib, Haemophilus influenzae tipo B,  un batterio che causa malattie anche gravi, soprattutto nei bambini al di sotto di 5 anni.

Sebbene le informazioni debbano essere interpretate e confrontate tra i paesi con cautela, a causa del diverso metodo di valutazione della copertura vaccinale, una copertura di circa il 95% è raggiunta in 9 paesi per il ciclo primario di poliomielite, in 6 paesi per la serie primaria tetano e difterite e 9 paesi per 2 dosi di vaccino per morbillo, parotite, rosolia.

Il rapporto fornisce innanzitutto dati di copertura per la vaccinazione pediatrica mentre emerge che ancora pochi paesi valutano la copertura vaccinale negli adolescenti (tetano e difterite in 6 paesi, poliomielite in 4 paesi, morbillo parotite e rosolia in 2 paesi, epatite B in un paese) e che la copertura vaccinale non viene regolarmente valutata nella popolazione adulta. Solo l’Armenia ha riportato la stima della copertura vaccinale per quello di tetano e difterite tra gli adulti.

I migranti e la costituzione di un network di lavoro utile per il futuro

Il fatto è che dieci paesi, indipendentemente dai regolamenti, offrono alcune vaccinazioni ai migranti. Sette paesi offrono ai bambini tutte le vaccinazioni incluse nel PNI  – Piano nazionale integrato del Ministero della Salute , negli altri paesi le vaccinazioni morbillo parotite rosolia  e poliomielite rappresentano la priorità. Dato che la maggior parte dei migranti proviene da paesi in cui i programmi di vaccinazione sono stati interrotti da disordini civili e dalla guerra chiaramente l’immunizzazione delle persone che giungono nei paesi del bacino del mediterraneo rappresenta un aspetto importante per tutti paesi coinvolti in questa indagine. A questo proposito l’indagine comprende anche un sondaggio sull’offerta vaccinale rivolta ai migranti in arrivo in questi paesi: emerge che 10 stati hanno un’offerta vaccinale anche per coloro che sono in arrivo e offrono alcune vaccinazioni gratuite anche agli adolescenti. 

Lo studio, condotto tra il 2015 e il 2016 con il fine di condividere le conoscenze sul controllo delle malattie ha il merito di aver attivato  un network di riferimento importantissimo con l’inclusione di esperti provenienti da Paesi al di là dell’Unione europea per incentivare sistemi di comunicazione fra centri e paesi sempre più efficace.

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