Media Diversity Institute presenta #MigrantsContribute, campagna britannica che coinvolge decine di organizzazioni per promuovere una migliore rappresentazione dei migranti nei media. Di seguito la traduzione dell’articolo.
Portano con loro competenze, idee, talenti, sapori e suoni e, soprattutto, la forza e la passione per costruire una nuova vita. I migranti contribuiscono ampiamente all’economia e al carattere multiculturale del Regno Unito, nonostante ciò l’anno scorso si sono trovati al centro di un dibattito politico e mediatico negativo, che li accusava di essere responsabili di molti dei problemi che affliggono il paese.
La campagna #MigrantsContribute, fondata da una coalizione di 40 organizzazioni che promuovono i diritti dei migranti, arriva per cambiare questa rappresentazione. L’obiettivo è ribaltare gli stereotipi negativi e aumentare la presenza dei migranti nei grandi media. Tatiana Garavito, direttore del Latin American Women’s Rights Service, nominata Giovane donna dell’anno 2014, ha parlato con Media Diversity Institute di questo ambizioso progetto.
Come è nata l’idea della campagna? «Ho lavorato per la comunità latino-americana qui a Londra negli ultimi nove anni; in questo contesto abbiamo creato una coalizione per i latino-americani che ha avuto successo. Ispirati dagli esiti positivi di questo lavoro basato sulla collaborazione e dopo aver realizzato che questa campagna di demonizzazione dei migranti continua a crescere in vista delle prossime elezioni, ci siamo uniti a diversi gruppi di comunità migranti per sfidare la retorica senza scrupoli e parlare di fatti reali. La rete dietro alla campagna è composta da 40 organizzazioni portate avanti dai migranti e che lavorano per i migranti nel Regno Unito. Tutti noi siamo molto arrabbiati nel vedere come le vite dei lavoratori che hanno contribuito così tanto a questo paese siano state deumanizzate».
Quali saranno le attività principali? «#MigrantsContribute è una campagna rivolta ai media, ma la rete esplora in maniera continua altre possibilità d’azione. Stiamo realizzando una piattaforma per le nostre comunità dove prendere posizione e raccontare le proprie storie. Se avete letto la nuova ricerca di Migrant Voice, avrete visto quanto poco i migranti sono citati dai media e quanti, invece, sono i numeri e le statistiche che non dicono nulla sulle loro vite. #MigrantsContribute farà emergere le storie delle nostre comunità, i contributi che diamo, le nostre conoscenze e competenze. Durante la campagna lavoreremo insieme ai giornalisti che vogliono davvero informare la pubblica opinione sui fatti; parleremo alla stampa locale; invieremo articoli alla stampa che rappresenta diversi gruppi etnici e ad altre grandi testate, come il The Guardian. I nostri “change makers”, un gruppo formato dai membri della coalizione, offrirà corsi di formazione su come avvicinarsi ai media e promuovere la campagna. Stiamo anche preparando una campagna sui social media per mantenere il dialogo con i migranti e con i loro sostenitori o amici. Abbiamo appena aperto i nostri profili Facebook e Twitter, raggiungendo circa 300 follower in una settimana. Per promuovere il messaggio della campagna parteciperemo anche a eventi di vario tipo».
Qual è il messaggio che volete inviare? «Vogliamo che i migranti vengano trattati con rispetto, come esseri umani venuti nel Regno Unito per contribuire e avere successo. Vorremmo che i migranti potessero sbloccare il loro potenziale e sentirsi liberi di esprimere le proprie opinioni, mettendo alla prova gli stereotipi negativi.Vogliamo anche che l’opinione pubblica sia consapevole del fatto che l’immigrazione sia stata strumentalizzata da alcuni partiti politici per poter vincere le elezioni e che quegli stereotipi negativi che sono stati creati riguardo i migranti sono falsi e dannosi per le nostre società; che c’è bisogno di lavorare per raggiungere una società più inclusiva, che rispetti la vita. In questo dibattito contro i migranti, chiunque rappresenti “l’altro”, colui che non è bianco o non parla la lingua nazionale, è mostrato come un parassita che si approfitta del sistema. La conseguenza è che le nostre comunità stanno affrontando sempre più discriminazione e razzismo. Siamo stati afflitti da questo dibattito ed ora è una responsabilità di tutti sfidare i politici, come chiunque altro, a parlare di immigrazione in questi termini. Perché non giusto; non è vero».
Quali storie sulla comunità latino-americano non abbiamo mai ascoltato dai media del Regno Unito? «Nonostante sia una delle comunità di migranti in più rapida crescita, quella latino-americano continua a essere una comunità invisibile. Se chiedete in giro, molte persone conoscono salse e cibo messicani, sono interessate all’America Latina, ma non ai latino-americani che vivono nel Regno Unito. A causa dell’invisibilità siamo più vulnerabili. La maggior parte dei membri della nostra comunità lavora in settori ad alto sfruttamento, come quelli delle pulizie e del catering. Solo 1 su 5 è regolarmente registrato e il livello di assistenza è bassissimo. I latino-americani lavorano duro e sono pagati molto poco. Sono intrappolati in questa spirale di paghe basse e lavori non qualificati che li esclude e li limita nel tentativo di ottenere di meglio. Le donne sono ancora più vulnerabili agli abusi e alla violenza. Al Latin American Women’s Rights Service lavoriamo con oltre 5mila donne ogni anno, donne che subiscono discriminazioni multiple per il loro sesso, la nazionalità e per il fatto di essere migranti».
Per il nostro articolo sull’indagine Migrant Voice cliccate qui.
Questo invece è il link all’articolo originale.
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