Sul Washington Post mappe interattive, interviste e dati sull’aumento dei muri che separano paesi e persone
Una generazione fa, la globalizzazione ha reso più piccolo il mondo. Nazioni legate dal commercio e dalla tecnologia hanno iniziato a cancellare i vecchi confini. Ma ora le barriere sono di nuovo in aumento, guidate dalle ondate migratorie, conseguenza delle guerre e della crescita della minaccia terrorista.
Queste le parole scelte dal Washington Post per introdurre un approfondimento interattivo che esamina la chiusura delle frontiere in otto paesi, attraverso parole, immagini e suoni.
Il lavoro è diviso in tre capitoli: il primo sull’aumento delle barriere nel mondo, in epoca moderna mai stato significativo come oggi; il secondo sulle recinzioni innalzate in Europa, come risposta alle migrazioni forzate; il terzo e ultimo è un viaggio lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti, per comprendere meglio quali potrebbero essere le ripercussioni della costruzione di un muro di separazione.
Nuovi muri in Europa
Video, mappe, grafici e testimonianze di rifugiati, organizzazioni e rappresentanti delle istituzioni nei paesi che hanno deciso di chiudere le frontiere: il lavoro del quotidiano online ripercorre quanto accaduto lungo la rotta balcanica, ma anche in Austria e a Calais.
Uno strumento utile per avere la visione d’insieme di quanto è accaduto e sta accadendo lungo le frontiere europee.