Sono trascorsi 9 giorni dalla notizia del trattenimento di Gabriele Del Grande da parte delle autorità turche…
Andando a fare la spesa in un mercato, tra gli scaffali potreste notare un’insolita etichetta: “Made by Refugee”. Oppure la potreste trovare tra i tomi di una libreria, tra le cover in un negozio di dischi o sulle locandine di un teatro. Una risposta originale alla retorica anti-rifugiati e all’intolleranza negli Stati Uniti: mostrare alla popolazione quanto e come i rifugiati hanno contribuito a creare il mondo che conosciamo.
C’è anche l’Italia tra i 14 paesi nei quali a partire da domani – 8 aprile – e per tre giorni Facebook mostrerà il decalogo anti-bufala ai suoi utenti. Le 10 indicazioni appariranno in cima al newsfeed, ossia alla bacheca dove appaiono aggiornamenti e notizie. L’obiettivo è quello di aiutare gli iscritti alla piattaforma social a distinguere tra notizie vere e false, affinché le visibilità delle seconde diminuisca.
Parole comuni per mascherare l’incitamento all’odio online. Il fenomeno del linguaggio in codice per coprire l’hate speech è stato osservato e studiato da un gruppo di ricercatori dell’università di Rochester, negli Stati Uniti. Si sono soffermati in particolare su Twitter, analizzando milioni di tweet in un lasso di tempo che andava dal 23 settembre al 18 ottobre 2016, una settimana dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti: ciò che hanno rilevato è il ricorso a parole codificate che in realtà ne celano ben altre da parte degli utenti.
Informazioni verificate e accessibili per chi sta intraprendendo o intraprenderà il viaggio verso l’Europa…
Come affrontare il tema della verifica delle fonti avendo a disposizione l’intero web e poco tempo? Ha cercato di rispondere a questa enorme domanda lo European journalism center (Ejc) con la redazione del verification handbook…
Hi HERE è un’app pensata per supportare i rifugiati e richiedenti asilo nel loro percorso d’integrazione, mettendoli in rete in un unico spazio virtuale dedicato all’accoglienza, dove possano interagire migranti, comunità locali, enti e ong.
Poco dopo l’attuazione del “muslim ban”, promulgato da Trump il 28 gennaio negli Stati Uniti, la Bank Street Bookstore, libreria di New York, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una serie di consigli editoriali di libri per bambini.
Ricostruirsi una vita in Europa non è semplice: il passaggio improvviso a usi e costumi diversi, una lingua da imparare, la nostalgia per ciò che si è stati costretti ad abbandonare, i traumi vissuti, la necessità di reinventarsi per costruirsi un nuovo futuro. A raccontarlo, fianco a fianco, osservando le comunità di migranti e rifugiati, quattro grandi testate europee, nell’ambito del progetto editoriale internazionale “The New Arrivals“ (in italiano “I nuovi arrivi”).
Mai come nel 2016 la violenza sui bambini in Siria è stata tanto devastante. Almeno il 20% in più di vittime rispetto all’anno precedente. A certificare le ricadute sull’infanzia di una guerra civile cominciata il 15 marzo del 2011, quando iniziarono le prime rappresaglie del governo di Bashar al Assad contro il popolo che protestava contro la sua tirannia, è l’Unicef.
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