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“I confini non esistono in natura. Sono convenzioni che quando diventano frontiere invalicabili generano ingiustizie, violenze e guerre”. Don Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele, in un’ intervista a Famiglia Cristiana commenta la richiesta di dodici membri dell’Unione europea alla Commissione di Bruxelles, di finanziare la costruzione di “protezioni” alle frontiere per respingere i migranti. “Lo aveva già denunciato don Tonino Bello nel 1992, – commenta Ciotti – la politica rischia di ridursi a regolatrice di interessi, affermò allora, temendo che l’Europa crescesse sempre più come ‘cassa’ e non come ‘casa’ comune, e che il Vecchio Continente da terra di fratelli si trasformasse in terra di mercanti senza cuore. È bene sapere che la Terra misura 13 mila chilometri di diametro, ma ne conta già oggi circa 16 mila di barriere, muri, fili spinati. Vogliamo continuare a creare divisioni? Oggi i confini si manifestano da un lato come distanza e come diseguaglianza, dall’altro come processi di esclusione e come atti di respingimento. I ‘confini’ lasciano passare le merci ma spesso sbattono la porta in faccia a persone che scappano da conflitti, miseria, drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici”.
Per Foad Aodi presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e dell’Unione medica Euro-mediterranea (Umem) la proposta rappresenta “un precedente e una conferma dall’Europa molto preoccupante”: la “mancanza di volontà di governare il fenomeno migratorio in modo unitario”. E nello stesso tempo va contro i principi europei e il rispetto dei diritti umani e della solidarietà. “Non possiamo dividere il mondo in paesi ricchi e paesi poveri, fortezze e cimiteri all’aperto nel mare, paesi che si scordano la sofferenza in cui sono passati nella loro storia recente e remota si chiudono nei confronti di chi ha bisogno di aiuto e scappa dalle guerre”, sottolinea Foad Aodi.
“Urge una legge d’immigrazione europea con il principio “Diritti e Doveri” e con solidarietà e il rispetto degli accordi bilaterali, responsabilizzando tutti i paesi europei e non europei e aiutare i migranti sia nei loro paesi di origine che in Europa, con politiche chiare e decise per combattere il mercato degli esseri umani e la violenza contro i migranti, donne e bambini”. Dall’altra parte, prosegue, occorre “promuovere politiche d’accoglienza condivise da tutti i paesi europei, in particolare in questo momento molto critico per colpa della pandemia, durante il quale servono vaccini, tamponi, controlli ai confini e aiuti sanitari e umanitari per i paesi in difficoltà e in guerre e in conflitti dimenticati”, conclude Aodi che si appella al governo italiano perché sulla questione prenda una posizione netta e costruttiva.
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