Ancora allarmismo sanitario promosso dai media italiani. Il ministero della Salute smentisce: «Nessun rischio ebola»
«Nessun rischio ebola per l’Italia». A dirlo non è l’associazione Carta di Roma, ma il ministero della Salute in una nota appena diffusa.
Alcuni titoli presenti nella rassegna stampa di questa mattina erano di ben altro avviso: «Ebola, cresce la paura» su La Padania e «Sbarchi di immigrati, l’ebola si avvicina», pubblicato da Libero. Nel sommario di quest’ultimo, in particolare, si legge: «L’Italia sarebbe la porta d’ingresso del virus». Scorrendo la pagina troviamo, però, le dichiarazioni di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, il quale dichiara che «non c’è praticamente nessun rischio che qualche persona che abbia contratto il virus Ebola in Africa arrivi nel nostro paese e faccia innescare un focolaio epidemico». Gli unici timori, secondo Libero, sarebbero quelli espressi dal ministero della Salute in due circolari (che avevamo analizzato qui) «con riferimento specifico a eventuali rischi connessi a flussi migratori irregolari».
Arriva dopo poche ore il comunicato con cui il ministero della Salute chiarisce la sua posizione, rispondendo così ai toni allarmistici utilizzati dalla stampa: «Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione Mare Nostrum». Il dicastero afferma che non corriamo alcun pericolo e ricorda che «il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia e contenerne la diffusione e che l’Oms e il Centro europeo Controllo malattie dell’Unione Europea non raccomandano a tutt’oggi misure di restrizione di viaggi e movimenti internazionali in relazione all’epidemia di Evd in Africa occidentale».
Dell’assenza di rischi aveva parlato pochi giorni fa in «Nessun pericolo sanitario, lo screening avviene a bordo» anche Mario Tarabbo, a capo dell’Ispettorato di Sanità della Marina. Nell’intervista al Mattino, l’ammiraglio spiegava che «è molto basso, quasi inesistente, il rischio di ebola e di altre patologie emorragiche». Due le ragioni, secondo Tarabbo: in primo luogo il fatto che questa patologia «ha un indice di mortalità molto elevato e una persona malata non ce la farebbe nemmeno a raggiungere la costa libica per imbarcarsi»; la seconda, invece, è da individuare nelle operazioni di controllo sanitario svolte sulle imbarcazioni. L’accordo con il ministero della Salute, affermava l’ispettore di Sanità «prevede che i medici di frontiera che prima stavano solo negli aeroporti e nei porti ora salgano a bordo delle navi della Marina per esaminare i migranti raccolti in mare e per individuare sospetti malati, effettuando l’operazione di filtro normalmente svolta sul territorio nazionale in mare aperto».
L’unico rischio, al momento, è quello che i media diffondano l’ennesimo allarme sanitario infondato. Invitiamo i colleghi, dunque, a misurare le parole e i toni usati e a non distorcere il significato di informazioni e dichiarazioni diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalle altre istituzioni nazionali e internazionali.
Il testo completo del comunicato diffuso dal ministero della Salute: 107-2014 Malattia da virus Ebola aggiornamento del Ministero