A cura di Fnsi
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, si trova questa mattina a Istanbul, in rappresentanza della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), per presenziare, insieme con gli esponenti di altre organizzazioni, al processo nei confronti dei giornalisti Ahmet e Mehmet Altan, accusati di aver tentato di rovesciare il governo, di sovvertire l’ordine costituzionale e di aver fornito supporto ad un’organizzazione terroristica pur senza esserne membri. Per i fratelli Altan e per altri imputati nello stesso processo è stata chiesta la condanna all’ergastolo. Ahmet e Mehmet Altan sono in carcere da settembre dello scorso anno. Quella di oggi è la prima udienza del processo davanti alla Corte di giustizia. Il caso dei due giornalisti è stato portato all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’Uomo.
Le parti lese, secondo l’accusa, sono il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, la grande assemblea nazionale turca e il sessantacinquesimo governo della Turchia. Ai due giornalisti viene contestato di essere fiancheggiatori di Fethullah Gulen, ritenuto a capo di un’organizzazione terroristica, proprietaria di numerosi mezzi di informazione. La partecipazione di Ahmet Altan, giornalista e scrittore, ad alcuni programmi di una tv di proprietà di Gulen viene ritenuta una prova sufficiente per considerarlo uno degli elementi del braccio mediatico dell’organizzazione. A suo carico ci sono anche l’aver diretto il quotidiano Taraf fra il 2007 e il 2012 e l’aver scritto editoriali per un sito web. Ad accusarlo sono anche le testimonianze di alcuni informatori.
Anche l’accusa a Mehmet Altan si basa sulle testimonianze di alcuni informatori, sul contenuto di alcuni articoli, con i quali avrebbe tentato di esaltare l’ideologia e la strategia di Gulen, e sulle registrazioni di alcune telefonate.
«L’Ifj – spiega Raffaele Lorusso – ha voluto essere rappresentata dalla Fnsi, riconoscendo al sindacato dei giornalisti italiani, ma anche a tutte le associazioni che con la Fnsi sono scese in piazza, di essere da sempre in prima linea nella difesa delle libertà di espressione e del diritto di cronaca in Turchia. Nel procedimento nei confronti di Ahmet e Mehmet Altan sono imputate altre 17 persone, fra cui altri giornalisti, come Nazli Ilicak, Fevzi Yazici, Sukru Ozsengul e Yakup Simsek, tutti sottoposti al regime di carcerazione preventiva. Si tratta di un procedimento che non doveva neanche essere avviato perché, come spiegato dai legali che assistono i colleghi, a essere messa sotto accusa è la libertà di opinione. L’auspicio è che la mobilitazione di numerose organizzazioni, non soltanto dei giornalisti, e della stessa Unione europea, possa portare all’assoluzione di tutti gli imputati».
Dopo l’udienza di oggi, la Federazione nazionale della stampa italiana, insieme con le associazioni che in questi mesi sono più volte scese in piazza al fianco dei colleghi turchi, ha organizzato per domani, martedì 20 giugno, alle ore 12, una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione e tornare a ribadire con forza #NoBavaglioTurco. Appuntamento nella sede della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma (primo piano).
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