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I nomi e le storie di chi ha perso la vita in mare: 33.293 migranti

In Europa una testata tedesca incrocia le fonti e i dati per avere informazioni sui migranti, vittime della traversata del Mediterraneo negli ultimi 20 anni

Non un articolo ma un elenco. In tal modo il giornale tedesco Der Tagesspiegel riporta la notizia in merito ai migranti morti in mare mentre cercavano di raggiungere l’Europa tra il 1993 e il maggio di quest’anno.

33.293 nomi riportati in una lunga lista  di 48 pagine pubblicata sul sito del giornale. La redazione tedesca ha sistematizzato e raccolto altri dati disponibili come la regione di origine, l’età, la causa della morte e le fonti di origine di queste informazioni, come le principali agenzie Onu, le agenzie di stampa e le organizzazioni umanitarie.

Una visione di impatto che intende rendere giustizia alle vittime del mare, a tutti i migranti che, consapevoli del rischio tentano la via delle traversate per allontanarsi da fame, guerra e violenza. Nella lista non si annovera solo chi è rimasto sopraffatto dalla forza del mare ma anche chi è stato ucciso dalla violenza collettiva di una umanità riprovevole. Ad esempio, nella quarta pagina, ci sono i riferimenti di un giovane ragazzo somalo di 17 anni, morto in Germania: le indicazioni relative alla sua morte fanno riferimento al pestaggio, il 21 ottobre 2016, da parte di un gruppo neo nazista e al fatto che la morte fu causata dalla caduta da una torre nella cittadina di Schmölln in Turingia.

Oltre lui e la sua storia, come riporta anche Le Monde, nella lista ci sono nomi come Samuel dal Congo, Nouhou Doumbia dal Mali e Faisal Imran dal Pakistan, e altre identità e luoghi che rappresentano migliaia di vite spezzate di cui giungono scarse notizie.

Il tentativo di dare dignità alle storie personali

«Volevamo onorare la loro memoria – scrive il Der Tagesspiegel – e ricordare che dietro ogni riga c’è una storia, e che quella lista continua a crescere giorno dopo giorno». L’ultima giornata registrata nella lista è il 29 maggio 2017 quando, viene ritrovato il cadavere di un bambino annegato o calpestato in preda al panico mentre la barca affondava al largo della Libia.

Un enorme lavoro del Der Tagesspiegel nel tentativo complesso di “dare volto” alle informazioni, di dare un senso a queste storie e a tutte quelle che rimangono senza un riferimento principale. Sono, infatti, pochi i nomi rispetto ai molti numeri ai quali compare vicino la dicitura “n,n”, due lettere per indicare il latino nomen nescio, nome sconosciuto.

L’immagine in evidenza è tratta dal sito del Der Tagesspiegel

 

 

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