L’art. 11 della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo sancisce la libertà di informazione, come una delle libertà fondamentali dell’individuo. L’articolo è ripreso anche nella seconda parte della Costituzione europea, nonchè richiamato nei documenti di discussione della Commissione quando parla di mezzi di comunicazione e dei vari tentativi di emanare direttive a protezione del pluralismo informativo.
La rassegna odierna degli articoli sull’immigrazione ci fornisce uno spunto per riaffermare la validità del principio e del valore del pluralismo. La visita del Cardinale Scola alla Regione Lombardia ha prodotto due articoli che sembrano dal titolo quasi non riferirsi allo stesso evento o comunque attribuire allo stesso Scola due posizioni molto diverse sul tema migratorio.
Scola va da Maroni e sferza la Lombardia sull’immigrazione Corsera 5.02.2014
Scola senza regole l’integrazione fallisce La Padania 5.02.2014
E’ assolutamente probabile che i due quotidiani abbiano citato passaggi diversi del discorso di Scola, così come è ovviamente legittima la scelta di evidenziarne solo alcuni passaggi e dare un resoconto complessivo della visita, così come degli altri interventi fatti durante la seduta speciale del Consiglio.
Constatiamo solo che il titolo de La Padania non è virgolettato e quindi non attribuibile al Cardinale e così come in tutto il pezzo non è riportato un solo singolo passaggio dell’intervento.
Nelle costituzione italiana la libertà di informazione, sancita dall’articolo 21 è intesa anche come libertà dei cittadini ad essere informati ma anche a ricevere le fonti e potervi accedere.
Solo quindi chi può e vuole leggersi e informarsi attraverso vari canali riesce a sviluppare quella capacità critica per maturare un’effettiva conoscenza della realtà. Se gli individui sono disinformati non è possibile ipotizzare un’idea sostanziale di democrazia.
Un piccolo esempio per un tema di grande interesse per la vita democratica di ogni paese.