Abbiamo letto e riletto con attenzione l’articolo che sabato Piero Ostellino ha pubblicato sul Corriere della Sera nella sua rubrica “Il dubbio”, ma non siamo riusciti a risolvere il dubbio, appunto, che sia saltato un capoverso o che, in alternativa, Ostellino abbia accesso a fonti a noi precluse. Perché escludiamo la terza possibilità: che cioè Ostellino ignori la differenza tra migranti economici e rifugiati politici.
Attenzione: dal punto di vista della Carta di Roma l’intervento di Ostellino non pone alcun problema. Non ci sono termini inappropriati, né accenti xenofobi. Se ce ne occupiamo è solo per esporre il nostro dubbio nella speranza che qualcuno, magari il diretto interessato, ci aiuti a chiarirlo.
L’articolo è una dura critica alla presidente della Camera Laura Boldrini per i suoi “incoraggiamenti irresponsabili ad un massiccio arrivo di immigrati e ad una accoglienza indiscriminata da parte nostra”. Seguono una serie di considerazioni sul fatto che l’accoglienza deve tenere conto delle compatibilità economiche del Paese. Altrimenti si corre il rischio di alimentare la xenofobia.
Affermazione condivisibile, di puro buon senso. Alcuni mesi fa, su Repubblica, Tito Boeri espresse lo stesso concetto (“Chi vorrebbe aprire le frontiere aperte a tutti i poveri non tiene conto del fatto che la solidarietà è un bene che si regge sulla coesione sociale”) in un editoriale che è stato ripreso da su questo sito e ha circolato, raccogliendo pareri favorevoli, un po’ in tutti i siti che si occupano di immigrazione.
Siamo andati così a cercare le dichiarazioni “irresponsabili” (anzi le “stupidaggini”, come le definisce Ostellino in un altro passo del suo articolo) della presidente della Camera, limitando la ricerca agli ultimi giorni: forse ci era sfuggito qualche intervento recentissimo. Perché di certo mai, in passato, Laura Boldrini ha sostenuto la necessità di aprire le porte i modo indiscriminato a tutti gli immigrati. Un’affermazione di questo genere avrebbe oltretutto contraddetto la politica dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati della quale, come è noto, la presidente della Camera è stata per anni portavoce.
Abbiamo trovato solo un’intervista, su La Stampa di giovedì scorso. Il titolo – “Boldrini: Diremo ai rifugiati: “Benvenuti in un posto sicuro” – corrisponde perfettamente al testo. La presidente della Camera, alla vigilia del viaggio in Sicilia in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, sottolinea il dovere del nostro Paese e dell’Europa di ospitare chi fugge dalle guerre. E cita i numeri degli sbarchi e delle richieste d’asilo per escludere che siamo in una situazione di “emergenza”. Infine ribadisce la necessità di aprire al più presto i “canali umanitari”.
Davvero non si capisce cosa ci sia di “irresponsabile” in queste affermazioni. Se hanno un difetto dal punto di vista giornalistico è che sono fin troppo ovvie. E infatti la Stampa non ha titolato: “Laura Boldrini: l’Italia deve aprire le porta a tutti gli immigrati, nessuno escluso”. Ecco, questo sì che sarebbe stato uno scoop. Come lo sarebbe stato se alla domanda: “Cosa dirà ai rifugiati?”, la presidente della Camera avesse risposto: “Tornatevene a casa, da noi non c’è posto”.
Ed ecco il dubbio: ci è sfuggita qualche altra dichiarazione di Laura Boldrini? Oppure c’era un capoverso nel quale Ostellino spiegava perché ritiene ormai così superate le norme della Costituzione e dei trattati internazionali da considerare “irresponsabile” un’esponente istituzionale che le difende?
Giovanni Maria Bellu