Uno dei candidati alla prossima elezione alla carica di Presidente della Giunta della Regione Lombardia afferma che occorrerebbe una limitazione degli ingressi degli stranieri non appartenenti all’UE perché sarebbe in pericolo la razza bianca, le nostre tradizioni ecc. e da ultimo dopo essersi scusato del lapsus afferma in un’intervista televisiva che occorrerebbe cambiare la Costituzione che menziona la parola “razza”.
Il Convegno «Tutti a casa. Il sistema di accoglienza in Italia, tra emergenze e dispositivi strutturali», promosso dalla Diaconia valdese per giovedì 25 gennaio presso la Galleria d’Arte Moderna Gam (Corso Galileo Ferraris 30 – Torino) dalle 9 alle 16, ha l’obiettivo di «fornire al pubblico interessato, ai giornalisti e soprattutto agli operatori impegnati nell’accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, un momento di riflessione sul ruolo dei dispositivi d’accoglienza, sulle politiche migratorie e su quanto oggi l’argomento abbia assunto rilevanza, anche nell’immaginario comune e nella comunicazione generalista
Rilanciamo l’articolo di Michele Serra pubblicato oggi su Repubblica dopo l’affermazione del candidato del centrodestra rispetto alla “razza bianca” Di Michele Serra su Repubblica La parola “razzista” è ancora carica, e per fortuna, di un’aura di violenza e di illegittimità. Quanto basta perché il candidato moderato (autodefinizione) alla Regione Lombardia, l’ex sindaco di Varese Attilio… Leggi tutto
Lo scorso 23 maggio a Mattino 5, programma su Canale 5, si sta parlando dell’attentato del giorno prima avvenuto a Manchester, rivendicato dall’ISIS, al termine del concerto della cantante Ariana Grande, in cui furono uccise 22 persone.
L’Unhcr fa di nuovo appello a Israele affinché ponga fine alle sue politiche di ricollocamento di eritrei e sudanesi in Africa sub-sahariana. Ciò fa seguito all’identificazione di circa 80 casi di persone ricollocate da Israele che hanno rischiato le proprie vite affrontando pericolosi viaggi verso l’Europa passando per la Libia.
Mamadou per sei volte ha cercato di fuggire dalla Libia ma, ogni volta, è stato riportato indietro, detenuto e rivenduto; Joy è stata abusata per anni da uomini in uniforme; Mohamed, disertore, potenziale rifugiato politico, vive tra i binari della stazione; e non si contano le migliaia di respinti e di annegati senza nome. Limbo in Italia, disumano intrappola-mento in Libia e negli “hotspot”, la frontiera marcata a vita sui corpi.
In quasi due anni, la campagna ha mappato 315 iniziative, 62 in Italia, 50 Germania, 20 a Malta, 37 in Belgio, 31 in Portogallo, 15 in Romania, 55 in Francia, 14 in Croazia, 31 in Spagna. I Paesi più rappresentati sono Siria, Afghanistan, Mali, Nigeria, Gambia, Pakistan, Afghanistan, Somalia, Sudan.
L’organizzazione umanitaria ha scelto di raccontare attraverso le immagini cosa accade nel mondo. Ciascuna foto della gallery è corredata di una didascalia esplicativa, con dati e informazioni per collocare nello spazio e nel tempo l’immagine Per raccontare l’anno appena trascorso Medici senza frontiere ha scelto dodici foto, d’autore, rappresentative di alcune delle emergenze nelle quali… Leggi tutto
Yemen, Rohingya, Siria, Repubblica Centrafricana. Sono solo alcune delle crisi più o meno dimenticate di cui i media mainstream raramente si occupano. Le periferie del mondo sono state per tutto il 2017 il fanalino di coda dell’informazione come evidenziato dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio di Pavia realizzato quest’anno per Cospe, Fnsi e Usigrai.
Le linee guida per l’applicazione della Carta di Roma, le migrazioni forzate e il Mediterraneo e il sistema di accoglienza italiano: sono questi alcuni degli argomenti che saranno trattati a Torino il 16 gennaio, in occasione del corso di formazione continua “Notizie fuori dal ghetto. Giornalisti insieme per conoscere e applicare la Carta di Roma”.
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