Da 21 luglio un appello per porre fine agli sgomberi forzati, già aumentati in vista del Giubileo
A Roma, circa 2.500 rom vivono all’interno di insediamenti spontanei precari, i cosiddetti insediamenti informali. Nel corso degli anni queste persone sono ripetutamente state vittime di sgomberi forzati da parte delle autorità locali. Queste azioni hanno gravissime conseguenze sui loro diritti umani, in particolare dei bambini; in più rappresentano un inutile spreco di ingenti risorse pubbliche e una risposta inadeguata, basata su un approccio emergenziale piuttosto che su una visione sociale, che viola i principi sanciti dagli organismi internazionali.
Da gennaio a settembre 2015 sono stati 71 gli sgomberi forzati realizzati nella Capitale: un numero più che doppio rispetto a quelli registrati nell’intero anno precedente (34).
Una decisa impennata degli sgomberi si è avuta a partire dal 13 marzo 2015, in concomitanza con l’annuncio, da parte di Papa Francesco, del Giubileo della Misericordia, un evento che porterà milioni di pellegrini e visitatori nella Capitale. Dal giorno della proclamazione dell’Anno Santo, gli sgomberi forzati sono triplicati, passando da una media di 3 sgomberi al mese nei tre mesi precedenti l’annuncio a una media mensile di 10 sgomberi dal 13 marzo al 30 settembre 2015. Nello stesso periodo del 2014, la media mensile si attestava su poco più di 3 operazioni di sgombero.
L’Associazione 21 luglio è profondamente preoccupata da tale impennata, temendo il ripetersi di quanto accaduto in occasione del Giubileo del 2000, che qualcuno non esitò a definire il “Giubileo nero degli zingari”.
L’obiettivo sono 5mila firme. Tra i sostenitori della campagna già compaiono i nomi di Roberto Saviano, padre Alex Zanotelli, Gad Lerner, Sabina Guzzanti, Ascanio Celestini, Paul Polansky e Piotta.
Per approfondire consigliamo la lettura di una breve relazione sullo stato attuale degli sgomberi, qui.
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