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Progressi. La piattaforma per il cambiamento sociale rilancia l’appello dei quotidiani europei per l’accoglienza dei rifugiati

“Basta morti in mare, basta muri”. La petizione per l’accoglienza che fa sue le richieste dei quotidiani europei su Progressi.org

Cresce il numero di piattaforme promotrici di campagne per il cambiamento sociale, economico e politico e in Italia, come  già avviene negli Stati Uniti, in Australia, in Germania e nel Regno Unito, nasce “PROGRESSI, l’Italia in movimento“.

L’obiettivo è chiaro: sfruttare le potenzialità del web per trasformare le richieste dei cittadini da «isolate, invisibili e impotenti» a risorse «collegate, visibili e potenti». «Noi non siamo un partito politico e non aspiriamo a vincere le elezioni, ma vogliamo portare nel dibattito pubblico alcune questioni a volte trascurate dai partiti: dal cambiamento climatico ai diritti civili», scrive sul sito Vittorio Longhi, giornalista e responsabile di Progressi.org.

Tra le campagne promosse “Basta morti in mare, basta muri. L’Europa accolga i rifugiati“, che riprende l’appello rivolto alle autorità europee nei mesi scorsi dai principali quotidiani del continente.

Ne pubblichiamo di seguito il testo, che può essere sottoscritto attraverso il sito:

L’Unione europea ha deciso di avviare la redistribuzione di 120 mila rifugiati tra i 28 Stati Membri.

È una scelta importante, senza precedenti, che va nella direzione giusta, verso una politica comune dell’accoglienza e dell’integrazione. Ma la crisi dei profughi non si ferma. La redistribuzione non basta da sola, bisogna intervenire sui paesi d’arrivo e sulle cause.

Ci uniamo all’appello dei 13 maggiori quotidiani europei e ci aspettiamo soluzioni urgenti dai prossimi vertici dell’UE.

1) Mostrare solidarietà verso i Paesi alle frontiere esterne dell’Europa, primo punto d’ingresso per profughi e migranti, finanziando e organizzando un sistema di accoglienza sicuro, dignitoso e coordinato ai confini dell’Europa, che esamini in modo rapido e equo le domande di asilo.

2) Sospendere il trattato di Dublino – fintanto che un gran numero di profughi continuerà ad arrivare in Europa. Il trattato prevede che i richiedenti asilo siano rimandati nel primo punto di ingresso.

3) Sostenere una più equa distribuzione dei profughi fra gli Stati membri. Tutti i Paesi europei devono partecipare a un programma di ridistribuzione molto più realistico.

4) Incrementare gli aiuti finanziari e umanitari alle nazioni del Medio Oriente colpite dal conflitto siriano. Un pacchetto di aiuti che copra non soltanto le necessità immediate di cibo, acqua e forniture mediche, ma impegni l’Europa a dare il suo apporto per la ricostruzione delle comunità locali nel lungo periodo, in modo da offrire ai popoli del Medio Oriente speranza e opportunità per un futuro migliore e più sicuro nei propri Paesi.

5) Esercitare maggiori pressioni su altri soggetti fondamentali della scena internazionale, come l’Iran, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia e gli Stati Uniti, perché facciano tutto il possibile per convincere le parti in conflitto a sedersi al tavolo delle trattative sotto l’egida dell’Onu.

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