Rapporto sulla protezione internazionale 2015: con oltre 50mila ospiti i Cas sono il tipo di struttura che ospita il maggior numero di persone
Con 33 guerre in atto, 13 situazioni di crisi e 16 missioni Onu attive, sono numerose le violazioni diritti umani e le violenze che, nel mondo, costringono migliaia di persone ad abbandonare il proprio paese.
A spingere tanti a partire sono anche le disuguaglianze: disuguaglianze economiche e nell’accesso ai beni primari (acqua e cibo), aggravate dal fenomeno del land grabbing, che vede un numero crescente di multinazionali acquistare terre produttive in Africa (oltre 560 milioni gli ettari di terra fertile sono già passati sotto al controllo di aziende internazionali).
Altrettanto insostenibili in alcune aree sono i disastri ambientali. Il risultato di questi fattori è rappresentato da 59,5 milioni di rifugiati: nel 2014 sono 19,5 i milioni di migranti forzati fuori dal paese di origine, 38,2 i milioni di sfollati interni e 1.800.00 le domande d’asilo.
A riportare l’attenzione sui numeri e sulla condizione dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia è il Rapporto sulla protezione internazionale 2015, curato da Anci, Caritas, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con Unhcr.
A fine giugno 2015 in Italia i richiedenti asilo e i migranti presenti nelle varie strutture di accoglienza erano circa 82.000 (con un incremento rispetto ai 70.000 che risultavano a fine 2014).
Le strutture che ospitano il maggior numero di persone sono i Centri di accoglienza straordinaria, dove a fine giugno erano presenti oltre 50.000 ospiti.
Per quanto riguarda il profilo degli ospiti dei progetti Sprar, rispetto al 2014, risulta diminuita l’incidenza dei richiedenti, asilo a favore di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato oppure la protezione umanitaria e sussidiaria. Il carattere principalmente maschile dei flussi migratori è confermato se si guarda ai beneficiari della rete Sprar: gli uomini rappresentando l’88,7% (con un incremento dell’1% rispetto al 2014), contro l’11,3% delle donne. Per quanto riguarda, invece, i paesi di provenienza, troviamo al primo posto, come in precedenza, la Nigeria (che passa dal 13,8% al 14,5%), mentre al decimo posto il Bangladesh che sostituisce l’Egitto con il 2,6%.
I grafici sono estratti dal Rapporto sulla protezione internazionale 2015.