Una nota ufficiale del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Provincia di Firenze del 20 febbraio scorso preannuncia una vasta operazione della Polfer insieme ad altri corpi di polizia presso la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, che diventa così “osservata speciale”.
Pochi giorni dopo l’operazione scatta e la stazione ferroviaria di Firenze viene “decorosamente” invasa da agenti di polizia. Ne danno conto numerosi organi di informazione, le televisioni locali filmano i poliziotti che entrano in azione fermando e controllando i pericolosi mendicanti, soprattutto quelli che potrebbero appartenere all’etnia Rom.
D’altronde la nota ufficiale parla chiaro ” non è stato registrato un aumento né di furti né scippi, quanto piuttosto il ripetersi verso i viaggiatori di comportamenti molesti, talvolta anche arroganti, ma che non sconfinano in ambito penale, da parte di un gran numero di mendicanti, in particolare di etnia rom”
Il compito di Carta di Roma è vigilare sul linguaggio dei mezzi di informazione. Ma se istituzioni e autorità pubbliche, come in questo caso, scrivono testi che evidentemente violano la carta di Roma, è compito del giornalista che si trova a trattare quei testi non farlo in modo acritico e passivo, ma rilevare la violazione.
Proprio come ha fatto Lorenzo Guadagnucci, pubblicando prima un articolo su Altreconomia – Firenze e la guerra ai mendicanti, specie quelli di “etnia rom” – e poi segnalandoci la vicenda e inviandoci il suo articolo.
Di certo è sorprendente e grave che il linguaggio discriminatorio venga adottato da chi dovrebbe agire per favorire l’integrazione. Carta di Roma fa propria la denuncia di Guadagnucci e interpella la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Interno, da cui il prefetto dipende. Per domandare come si possa far stare assieme l’esistenza presso la Presidenza del Consiglio di un ufficio che si occupa delle discriminazioni razziali (UNAR), con l’adozione di simili pratiche da chi rappresenta il governo nel territorio.