Sarebbe terminata al ballottaggio anche l’elezione del sindaco tra i cittadini stranieri che vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia da almeno cinque anni. Questo infatti l’esito dello spoglio delle schede che sono state votate il 31 maggio da 383 cittadini stranieri, residenti nel Comune di Arezzo, ma che non hanno la cittadinanza italiana o di un altro paese dell’Unione europea.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione culturale del Bangladesh, ad Arezzo da tempo attiva a livello sociale e culturale, ha visto nelle settimane precedenti al voto un percorso di sensibilizzazione in città che ha raccolto molti consensi, sia con iniziative culturali che con una raccolta di firme per l’estensione del diritto di voto. Il seggio elettorale, collocato in piazza San Jacopo, ha avuto un afflusso complessivo di 427 elettori, parte dei quali residenti nel territorio provinciale ma non nel Comune di Arezzo, il cui voto è stato comunque raccolto a titolo simbolico. Quello del 31 maggio è stato il momento culminante della campagna internazionale “Qui vivo, qui voto!”, lanciata il 30 aprile scorso al Parlamento europeo di Strasburgo. La campagna rappresenta uno dei frutti più importanti del progetto europeo “IParticipate” – che mira alla promozione del diritto di cittadinanza dei migranti e vede coinvolte Germania, Spagna, Grecia, Regno Unito, Portogallo e Italia, dove appunto è stato declinato dall’Anci in “Qui Vivo, Qui Voto”. Nel nostro Paese l’unica città a promuovere l’iniziativa è stata proprio Arezzo, grazie al lavoro dell’Associazione culturale del Bangladesh e di Anci Toscana, rappresentata dall’amministratrice aretina Stefania Magi.
«Registriamo con soddisfazione una partecipazione veramente massiccia al voto, segno della partecipazione di chi qui vive e lavora alla comunità locale», commenta il presidente dell’Associazione culturale del Bangladesh, Tito Anisuzzaman. Lo spoglio delle schede si è svolto nel palazzo della Provincia alla presenza della vicepresidente Eleonora Ducci: «È importante che lo scrutinio sia avvenuto in una sede istituzionale, per segnalare il grande valore simbolico di questa iniziativa, che vuol favorire una vera e propria integrazione tra tutti i cittadini che sono parte del tessuto sociale della città», afferma Eleonora Ducci.
Il risultato avrebbe visto, trattandosi ovviamente di un’elezione di primo turno, un ballottaggio tra Matteo Bracciali e Alessandro Ghinelli, non discostandosi così da quanto avvenuto nelle amministrative. Da segnalare il risultato di Maria Cristina Nardone, unica donna tra i nove candidati a sindaco, accreditata di una percentuale superiore al 10%. Rimane la curiosità di sapere se l’esito del ballottaggio, che ad Arezzo è stato particolarmente inatteso, con la sconfitta del favorito, il renziano Bracciali, sarebbe stato diverso se a votare fossero andati anche i cittadini di origine straniera. Con la crescita del numero di immigrati e figli di immigrati che acquisiscono la cittadinanza italiana e forse, con l’estensione del voto a chi risiede e lavora da 5 anni in Italia i futuri candidati saranno obbligati a valutarne gli effetti.
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